Trapani, 18enne denuncia uno stupro: "Quadro indiziario chiaro". Ma il padre la smentisce: "Menzogne, era ubriaca", un terribile sospetto
A Campobello di Mazara, in provincia di Trapani, è emerso un nuovo inquietante caso di presunto stupro. Per gli investigatori il quadro indiziario è piuttosto chiaro e sembra indicare la colpevolezza di quattro ragazzi che hanno abusato sessualmente (e ripetutamente) di una 18enne, tratta in inganno con un invito in una casa di campagna per una festa che in realtà era stata organizzata apposta per abusare di lei. I fatti risalgono alla notte tra il 6 e il 7 febbraio: i carabinieri hanno arrestato i presunti stupratori giovedì 29 aprile; due sono finiti in carcere e altri due agli arresti domiciliari.
Tutto è accaduto in una casa di campagna a Tre Fontane: intorno alle 21.30 la ragazza sarebbe stata informata che le amiche che avrebbero dovuto partecipare alla festa non sarebbero arrivate e avrebbe quindi chiesto di essere riaccompagnata a casa. A quel punto però si sarebbe ritrovata dinanzi uno dei ragazzi, con il quale avrebbe avuto un rapporto consensuale. L’orrore avrebbe avuto inizio subito dopo, quando il ragazzo avrebbe chiamato il cugino e altri due amici: la vittima sarebbe stata costretta a ripetuti atti sessuali, venendo bloccata e perdendo la voce a furia di urlare. Nel tentativo di liberarsi avrebbe anche sbattuto la testa e si sarebbe procurata graffi e lividi.
Il giorno dopo si è presentata in caserma insieme al fratello per denunciare il tutto. Il padre si è invece presentato con i quattro ragazzi accusati di stupro e li ha difesi senza alcun dubbio: “Mia figlia vi ha raccontato dei fatti non veri, era ubriaca e quindi non era in grado di capire ciò che stava accadendo. Questi sono dei bravi ragazzi, le ferite che mia figlia ha alle braccia sono dovute al fatto che i suoi amici tentavano di riportarla a casa, ma lei era ubriaca e faceva resistenza”. C’è chi ipotizza che queste dichiarazioni siano frutto di minacce ricevute dall’uomo: in ogni caso gli investigatori hanno continuato le indagini, ritenendo di avere prove schiaccianti che hanno portato all’arresto dei quattro ragazzi circa due mesi dopo i fatti.