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Coronavirus, sale l'indice Rt: ora è a 0,85. Rumors dalla cabina di regia: cambiano i colori delle regioni?

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Aumenta l'indice Rt, anche se di poco. Ora infatti è a 0,85, mentre la settimana scorsa era 0,81. Da quanto si apprende dalla riunione della cabina di regia Iss-ministero della Salute, l'incidenza scende invece a 146 casi su centomila abitanti, mentre era 157 la scorsa settimana. Ora potrebbero quindi variare i colori delle Regioni. L'Italia si presentava quasi tutta in zona gialla, a eccezione di Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia e Valle d'Aosta, che erano in zona arancione, e della Sardegna, in zona rossa.

"La Basilicata, la Campania e la Sicilia hanno un Rt puntuale maggiore di uno. Tra queste, due Regioni (Campania e Sicilia) hanno una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 2" si legge nella bozza del report del monitoraggio Iss-ministero della Salute con i dati relativi alla settimana 19-25 aprile.

"Si osserva un miglioramento generale del rischio, con nessuna Regione a rischio alto. Undici regioni e province autonome hanno una classificazione di rischio moderato: Calabria, Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Bolzano, Puglia, Sicilia, Toscana e Veneto. Dieci regioni che hanno una classificazione di rischio basso: Abruzzo, Basilicata, Campania, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Molise, Trento, Sardegna, Umbria e Valle d'Aosta" si riporta nella bozza.

Scende, ma rimane alto, il numero di Regioni e Province autonome che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica (8 Regioni/Pa vs 12 della settimana precedente). Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è uguale alla soglia critica (30%), con una diminuzione nel numero di persone ricoverate in terapia intensiva, che passa da 3.151 del 20 aprile a 2.748 del 27 aprile. Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale - si legge nella bozza - scende ulteriormente ed è sotto la soglia critica (32%). Il numero di persone ricoverate in queste aree passa da 23.255 del 20 aprile a 20.312 del 27 aprile.

Nelle conclusioni gli esperti evidenziano che "la ormai prevalente circolazione in Italia di una variante virale caratterizzata da una trasmissibilità notevolmente maggiore, richiede di continuare a mantenere particolare cautela e gradualità nella gestione dell’epidemia".

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