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Gianfranco Vissani demolisce Speranza: "E se i clienti devono fare pipì?". Com'è costretto a trattarli: umiliazione totale

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Sulla riapertura di bar e ristoranti solo all’aperto non è mancato qualche dubbio. Lo chef Gianfranco Vissani, per esempio, si è chiesto: “Non si può mangiare all'interno ma fuori è ancora freddo e se devono fare la pipì i clienti devo mandarli dietro al cespuglio, dato che dentro al ristorante non possono entrare?”.

 

 

 

Sulle misure anti-Covid in vigore fino al 31 luglio c’è stato e continua a esserci un ampio dibattito. Titolari di bar e ristoranti, infatti,  hanno apprezzato l’opportunità che è stata data loro, ma in molti – soprattutto chi non ha tavolini all’esterno – non comprendono le condizioni imposte per la riapertura, considerandole insoddisfacenti.  “Si sono dimenticati di un po' di cose pratiche. Non si capisce la logica del perché, ad esempio, fuori dai bar si può stare solo in quattro a bere il caffè”, ha detto Vissani all’Adnkronos.

 

 

 

Un mix di rabbia e frustrazione, che lo chef aveva già esternato qualche giorno fa, alla vigilia delle riaperture: “Questa decisione di riaprire solo all'aperto non ha alcun senso, specialmente per chi non ha ristoranti nelle grandi città come Roma e Milano ma, come me, in uno dei tanti piccoli comuni italiani, già penalizzati dalle limitazioni agli spostamenti”. E poi rivolgendosi al premier Mario Draghi: “Bisognerebbe essere più pratici e dare regole precise nella ricezione. Da parte mia non so bene cosa fare e per ora preferisco aspettare e osservare prima di riaprire. Non voglio fare il clandestino, ma lavorare in sicurezza, sia per i miei dipendenti che per la clientela".

 

 

 

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