Sanità: 1 medico su 2 non si aggiorna, da associazioni appello alle Regioni sull'attuazione della Legge Gelli
Sbloccare il decreto attuativo della Legge Gelli che "incentiva" i medici ad aggiornarsi. È l'appello lanciato al nuovo presidente della Conferenza Stato-Regioni, Massimiliano Fedriga, e al ministro degli Affari Regionali, Mariastella Gelmini, che arriva da associazioni di consumatori e provider, preoccupati che la scarsa formazione medica possa compromettere la qualità delle cure e dell'assistenza dei cittadini. Soprattutto in questo periodo d'emergenza Covid-19, in cui si ritiene fondamentale il continuo aggiornamento dei sanitari sulle nuove conoscenze mediche.
In Italia si stima che un medico su due non si aggiorni, nonostante l'obbligo imposto dagli ordini professionali. Una resistenza o disattenzione verso la formazione continua che, secondo gli esperti, potrebbe essere superata tramite l'approvazione di un decreto attuativo della Legge Gelli sulla responsabilità professionale, approvata da tutti i ministeri competenti e sostenuta dalle corporazioni professionali. La Legge Gelli prevede, tra le altre cose, che in caso di errore, se il medico non ha raggiunto almeno il 70 per cento dei crediti formativi obbligatori, non può beneficiare della copertura assicurativa. In pratica, l'assicurazione garantisce il risarcimento al paziente danneggiato, ma può rivalersi sul medico e sulla struttura sanitaria. «In questo momento il provvedimento è fermo in Conferenza Stato Regioni, ma è fondamentale, soprattutto in quest'epoca di pandemia, per la formazione di tutti gli operatori sanitari, per quello che riguarda le nuove terapie per il Covid e anche a sostegno del piano vaccinale», dice Simone Colombati, presidente Associazione Formazione nella Sanità. «Questo provvedimento ha già ottenuto l'ok del Governo, di tutti i ministeri competenti e di tutte le parti sociali ed è fermo in Conferenza Stato Regioni, il nostro appello è al nuovo presidente Fedriga e al ministro Gelmini affinché venga discusso e approvato il prima possibile senza cassare i riferimenti alla formazione», aggiunge.
A fare da eco all'Associazione Formazione nella Sanità è anche Consumerismo. «Le regioni stanno già facendo una brutta figura con la differente gestione della pandemia prima e della vaccinazione dopo - sostiene Luigi Gabriele presidente di Consumerismo - adesso non espongano il personale medico sanitario ai rischi di denunce e risarcimenti. Un rischio che evidentemente vale più della salute dei cittadini e del loro diritto di sapere se il professionista a cui si affidano è aggiornato o meno”. Per questo Consumerismo invita le Regioni a fare presto per garantire la piena attuazione della norma, a maggior ragione considerato l'attuale periodo di pandemia, in cui è fondamentale fornire ai pazienti le cure più sicure e aggiornate. «Sarebbe anche il caso di pubblicare l’elenco di coloro che sono regolarmente in regola con la formazione professionale, anche per dare la possibilità agli utenti di scegliere prima di sottoporsi a cure ed affidare la loro vita a chicchessia», conclude l'associazione.