Coronavirus, "situazioni critiche": le regioni ancora in zona rossa. Ma 11 diventano "gialle"
In attesa delle Consiglio dei ministri, dove è annunciata battaglia sul coprifuoco che il centrodestra vorrebbe abolire o quantomeno modificare, arrivano le prime indiscrezioni su cambiamenti cromatici che potrebbero avvenire da lunedì 26 aprile. Come al solito in questo senso sarà decisiva la cabina di regia dell’Iss e del ministero della Salute, che venerdì avrà a disposizione i dati aggiornati sulla situazione epidemiologica. Secondo il Corriere della Sera, la strada è già segnata: undici Regioni, più le province autonome di Trento e Bolzano, dovrebbero passare dalla zona arancione a quella gialla, che verrà reintrodotta proprio con il nuovo decreto legge sul Covid.
Si tratta di Abruzzo, Emilia Romagna, Friuli, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Umbria e Veneto: dovrebbero invece rimanere in arancione Calabria, Campania, Molise e Sicilia, mentre per Puglia, Sardegna e Valle d’Aosta sembrano esserci poche possibilità di lasciare il rosso, che rappresenta la fascia di rischio più alto. Quindi dal 26 aprile dovrebbero riaprire bar e ristoranti all’aperto in gran parte del territorio italiano, che diventerà zona gialla: saranno consentiti anche gli sport da contatto all’aperto, così come riapriranno cinema, teatri, musei e mostre.
Inoltre nel nuovo decreto legge sono previsti spostamenti liberi tra le Regioni gialle, mentre per quelle arancioni e rosse vale sempre l’autocertificazione se si viaggia per lavoro, salute o motivi d’urgenza. La novità è rappresentata dalla “certificazione verde”: chi si sposta per turismo oltre all’autocertificazione deve dimostrare di aver effettuato la vaccinazione o di essere guariti dal Covid o di avere un tampone negativo nelle 48 ore precedenti.