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Reddito di cittadinanza, l'usuraio che rovinava i commercianti e incassava l'assegno: grillini, non provate vergogna?

Lorenzo Gottardo
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Nullatenenti, sulla carta, tanto da essere riusciti ad accedere al reddito di cittadinanza per prelevare mensilmente il bonus statale. In realtà, di soldi ne avevano e anche tanti: non dichiarati, ma pronti per essere prestati a tassi d'interesse da usura, soprattutto a quegli imprenditori messi in ginocchio dalla pandemia. Vittime preferite di strozzini e cravattari che dopo aver prosciugato i loro debitori, li costringevano a cedere le loro attività imprenditoriali e, addirittura, a chiedere l'aiuto di altri malviventi in una ragnatela senza fine di prestiti illegali. Questo il quadro svelato con l'operazione dei carabinieri «Handbrake», un'indagine sviluppatasi nella Bergamasca e che ha portato, nei giorni scorsi, all'arresto di due usurai, mentre altre 4 persone sono state denunciate a piede libero sempre per lo stesso reato. Nel corso dell'attività sono stati sequestrati anche più di 200mila euro tra beni e denaro depositato, a dimostrazione del fatto che gli indagati fossero tutt' altro che persone indigenti.

 

 

 

L'indagine, avviata nel marzo del 2020, ha portato i militari a concentrarsi su un piccolo imprenditore e sulla sua rete di conoscenze. L'uomo, per cercare di risolvere le sue difficoltà economiche, era stato costretto a rivolgersi agli usurai dal momento che per vicende precedenti nessuna banca era disposta a fargli credito. Tra i "professionisti" del settore c'era, ad esempio, un 70enne conosciuto in passato, quando quasi 4 anni prima i due avevano sottoscritto un prestito iniziale di 20mila euro, lievitati poi nel tempo fino a 100mila per via di rate mensili di pagamento con un tasso del 12% circa. Col tempo, per ripianare i debiti, l'imprenditore ha consegnato al suo creditore non solo l'auto - dopo essere stato più volte minacciato con una pistola -ma anchei gioielli della propria compagna e diverse scritture private per la cessione dell’attività.

 

 

 

Il 70enne - che risultava nullatenente e percepiva anche il reddito di cittadinanza - è stato, però, solo la prima persona interessata da questo contorto giro di prestiti usurai. Perché, anche a causa della pandemia e del lockdown, la situazione economica dell'imprenditore si è aggravata spingendolo, per evitare conseguenze peggiori, tra le braccia di cravattari e conoscenti cui prometteva forti interessi in cambio di un prestito di breve durata temporale: in realtà, le somme di denaro bastavano appena a coprire gli interessi sui debiti precedenti. Tra i suoi creditori illegali, un 33enne - anche lui titolare di reddito di cittadinanza - che gli ha prestato mille euro da restituire raddoppiati la settimana successiva. Ma pure un 60enne, al momento ancora ricercato, che dopo aver ricevuto come pegno l'attività commerciale dell'imprenditore gli ha consegnato complessivamente 85 mila euro in contanti, sempre al 12% di interesse. Quest' ultimo aveva anche assoldato un pluripregiudicato 37enne di origine siciliana che, per lui, effettuava il recupero crediti violento. Il timore da parte dei debitori era tale che, in un'occasione, una delle vittime di questa realtà non ha esitato a lanciarsi da un veicolo in corsa in autostrada per paura di ciò che gli avrebbero fatto gli strozzini. 

 

 

 

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