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Coronavirus curato a casa, il farmaco che non devi mai prendere: ecco il rischio peggiore

Chiara Pellegrini
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In molte città italiane i pronto soccorso sono al collasso. Una su tutte Roma, dove la Regione Lazio ha chiesto la sospensione degli interventi chirurgici negli ospedali che gestiscono anche i pazienti Covid «a eccezione degli interventi collegati all'assistenza oncologica». Nonostante gli inviti profusi dal personale sanitario ad utilizzare gli accessi solo quando se ne ravvisa le reale necessità le emergenze sono intasati. Per prevenire il continuo afflusso di pazienti favorendo invece il trattamento domiciliare Valtellina SpA con la collaborazione scientifica di IMN Istituto Mario Negri ha messo nero su bianco un vademecum con consigli medici, per riconoscere sintomi, smascherare le fake news e curarsi tra le mura domestiche. Non si tratta di cure fai da te ma di un protocollo suggerito dal professor Giuseppe Remuzzi, direttore dell'Istituto Farmacologico e dal professor Fredy Suter a lungo primario di malattie infettive all'Ospedale di Bergamo. Appena si avvertono i primissimi sintomi, come tosse, febbre, spossatezza, dolori ossei e muscolari e mal di testa, bisogna iniziare subito il trattamento, senza aspettare i risultati di un tampone. Cosa fare? Bisogna intervenire sullo stato di infiammazione provocato dall'infezione. Siete nel pieno di una "tempesta di citochine". Ciò significa che il corpo, ed è la particolarità di questa malattia, è in uno stato di infiammazione acuta.

 

 

 

Dunque se la febbre non è l'unico sintomo presente, i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) così come anche l'acido acetilsalicilico (aspirina), sono da preferirsi al paracetamolo. L'efficacia della terapia antinfiammatoria è suggerita da alcuni studi che dimostrerebbero una minore necessità di ventilazione assistita se impiegata precocemente. Ogni famiglia dovrebbe tenere in casa un termometro e possibilmente anche un saturimetro (costa mediamente intorno ad una ventina di euro). Se la febbre supera i 38,5 gradi contattare subito il proprio medico o il personale sanitario di prima emergenza (112). Il saturimetro è un oggetto di facile uso, presenta un piccolo spazio cavo in cui va inserito il dito per la misurazione. La lettura della saturazione di ossigeno è indicata dalla sigla SpO2. Valori superiori al 95% sono da considerarsi normali. Quando contattare il 112? Se l'ossigenazione scende al disotto del 90% in soggetti con febbre, tosse e mancanza di respiro. In ogni caso se i sintomi persistono vanno eseguiti degli esami, realizzabili anche a domicilio, come una radiografia del torace a domicilio. Il prelievo del sangue servirà a tenere sotto controllo diversi valori, a partire dalla coagulazione e dalla funzione renale.

 

 

 

Un altro importante passaggio del vademecum è dedicato alle fake news, insomma le cretinate alimentate da internet o dal passaparola sul Covid 19. Vediamo alcuni miti da sfatare: Se mi vaccino sono immediatamente protetto dalla malattia? Con qualche differenza a seconda del vaccino che viene somministrato, la piena protezione si raggiunge circa dopo due settimane. Ad ogni modo, anche dopo essersi vaccinati è importante continuare seguire le regole di prevenzione anti Covid-19. I vaccini anti Covid-19 sono stati approvati troppo velocemente e quindi non sono sicuri. I vaccini sono sicuri. Prima di essere autorizzati all'utilizzo dalle autorità competenti devono superare tutte le prove di sicurezza ed efficacia. Il vaccino è inutile perché l'immunità dura poche settimane. I dati indicano che i vaccini inducono una protezione che dura alcuni mesi. Solo dopo la somministrazione del vaccino sarà possibile sapere se sarà necessario o meno effettuare dei richiami. Il nuovo coronavirus è già mutato quindi il vaccino autorizzato non serve a niente. Attualmente non ci sono evidenze che la mutazione del virus rilevata in Gran Bretagna possa avere effetti sull'efficacia della vaccinazione. I vaccini determinano la formazione di una risposta immunitaria contro la proteina spike, che consente al virus di attaccarsi alle cellule e invaderle; quindi anche se fosse mutata qualche particella della proteina spike è altamente improbabile che ciò sia sufficiente a rendere inefficace il vaccino.

 

 

 

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