Mario Draghi, l'appello degli psicologi: "Tutelare anche la salute sociale"
Oltre duemila colleghi psicologi hanno già sottoscritto una petizione-appello al Presidente del Consiglio, Mario Draghi, per chiedere maggior considerazione della Salute nella sua dimensione, oltre che squisitamente sanitaria, anche psicologica e sociale. Non si tratta di una battaglia corporativa ma di buon senso e finalizzata a garantire il bene comune in un momento storico ove lo sforzo estremo per tutelare la sicurezza sanitaria non può prescindere da una visione completa del concetto di Salute e di Benessere. È sotto gli occhi di tutti come l’impatto della pandemia stia mostrando oggi i propri risvolti psicologici e sociali e chiedere di conoscere e considerare gli psicologi nella loro specificità è un passaggio imprescindibile per chi governa la res publica ed opera per il bene comune, non è qualcosa volto al bene di una singola professione, ma è un atto di interesse collettivo. Il nostro appello è infatti rivolto anche a tutti gli amministratori pubblici, chiamati in questa tragica fase della storia dell’umanità a gestire un’emergenza pandemica con pochi precedenti.
A oltre trent’anni dal riconoscimento formale della professione di psicologo in Italia è stato soltanto con la L. 3/2018 che essa è stata riconosciuta fra quelle deputate alla tutela del fondamentale diritto alla Salute. Tale passaggio ha visto anche il riconoscimento formale dello status di professione sanitaria, poiché una grossa parte delle attività proprie e riservate agli psicologi sono riconoscibili ed ascrivibili fra quelle sanitarie.
Ma questi cambiamenti, così come il valore e l’importanza degli psicologi, non sono ancora oggi sedimentati nel pensiero comune, né tantomeno in quello dei vertici dello Stato.
Le dichiarazioni del Presidente Draghi dell’8 aprile sono un sintomo di questo problema.
Definire un “furbetto del vaccino” uno psicologo 35enne dimenticando che era obbligato a vaccinarsi in quanto esercente una professione sanitaria, come recita peraltro un decreto di inizio aprile, è una grave leggerezza indicativa di un problema culturale e di una conseguente sottovalutazione dell’importanza strategica della professione psicologica.
Questo è un appello affinché a partire dal Governo, e così in tutte le istituzioni pubbliche e private, si operi uno sforzo per conosce e capire chi siamo e quale importanza abbiamo nel Paese, anche e soprattutto in un momento storico delicato come quello presente, ove fra le principali conseguenze del Covid-19 troviamo traumi e malessere psicologico.
La salute mentale è un diritto, il benessere è un diritto e gli psicologi sono gli attori principali della tutela di questi diritti. Gli psicologi operano sempre per un fine ultimo di miglioramento delle condizioni di vita di singoli, gruppi e comunità e agiscono, per definizione, nella tutela e promozione dei diritti umani fondamentali. La psicologia stessa è una scienza da sempre vocata alla tutela globale della dignità umana, al benessere e al progresso. Non siamo e non possiamo essere, per etica e per definizione, dei biechi “saltafile” o degli approfittatori della Salute.
Se è compito di tutti gli amministratori pubblici concorrere al nostro bene comune, è quindi compito di tutti loro conoscere, visto quanto sopra, chi sono, cosa fanno e quanto contano gli psicologi in Italia!
Per firmare il nostro appello basta andare su http://chng.it/SgSnqF8S.
Gabriella Scaduto - Presidente ReDiPsi - Rete di Psicologi per i diritti umani