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Coronavirus, il Cts: proibire i contanti al ristorante per diminuire il contagio

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L'Italia freme per ripartire. Dopo mesi di zona rossa, bar e ristoranti aspettano con ansia di riaprire. Il comitato tecnico-scientifico, insieme al governo, sta già pensando a delle misure ben precise da imporre per evitare il liberi tutti e soprattutto per tenere sotto controllo la curva dei contagi da Covid. Stando al Giornale, però, un allentamento delle restrizioni potrebbe esserci non prima del 25 aprile. Anche se c'è chi vorrebbe accelerare, come Matteo Salvini, che di recente ha detto: "Se il prossimo venerdì i dati saranno in ulteriore miglioramento, per quel che mi riguarda dal 19 si può procedere con le riaperture".

 

 

 

Con l'ingresso di alcune regioni in zona gialla e la possibilità di riaprire bar e ristoranti a fine mese, non basteranno le misure restrittive usate finora, quindi la limitazione del numero di clienti, il distanziamento e la mascherina. Il Cts sta pensando a regole ancora più rigide. In particolare, si vorrebbe introdurre l'obbligo di rilevamento della temperatura corporea del cliente all'ingresso del locale. Inoltre si vorrebbe dare la possibilità di consumare sul posto solo a quelli che possono mettere a disposizione dei tavolini all'aria aperta. E non è tutto. Al vaglio anche l'ipotesi di vietare l'utilizzo dei contanti, in modo da impedire il passaggio di banconote da una mano all'altra. Una misure che desta più di una perplessità: davvero proibire i contanti al ristorante può diminuire il contagio? Gli italiani devono essere "condannati" anche a questa bizzarria?

 

 

 

Il Cts e il governo starebbero pensando, insomma, a una riapertura solo per gli esercizi in grado di garantire pagamenti elettronici o digitali. Poi si vorrebbe introdurre anche l'obbligo di prenotazione, per evitare assembramenti all'esterno dei locali. I ristoratori, comunque, sono preoccupati dal fatto che non sia ancora stata indicata una data per la ripartenza. "L'impostazione del presidente del Consiglio va nella direzione giusta, ma a noi serve anche un data. È quello che chiederemo nel corso dell'assemblea pubblica di martedì prossimo davanti a Montecitorio", ha detto il leader di Fipe-Confcommercio Lino Enrico Stoppani.

 

 

 

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