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AstraZeneca tra trombosi, divieti e ritardi: ecco le possibili conseguenze per il piano vaccinale in Italia

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Nella serata di ieri, martedì 6 aprile 2021, il ministro della Salute Roberto Speranza ha incontrato gli scienziati per decidere la gestione del vaccino anglo-svedese AstraZeneca. L'Agenzia europea del farmaco (Ema), sta per esprimersi riguardo al rischio di contrarre trombosi per chi riceve AstraZeneca. L'Italia non vorrebbe prendere una decisione forte, prima di un eventuale divieto proveniente direttamente da Bruxelles. Tuttavia, la soglia fissata da molti Paesi europei per gli "under", più predisposti a contrarre la trombosi, non potrà essere ignorata da Mario Draghi e Speranza. Soprattutto, ora che persino Boris Johnson starebbe valutando di vietarlo ai più giovani. Difficile che l'Italia possa quindi decidere di rimanere impassibile di fronte ai paletti posti persino dal Paese "madre" del vaccino.

 

 

Secondo quanto riporta la Repubblica, l'idea sarebbe quindi quella di destinare il vaccino di Oxford agli over 65, destinando invece ai più giovani le dosi Pfizer, Moderna e Johnson & Johnson. Il piano vaccinale iniziale verrebbe quindi stravolto, dato che lo schema di partenza di alcuni mesi fa prevedeva la somministrazione di AstraZeneca ai meno anziani. Tuttavia, il problema non si porrà nell'immediato, dato che le Regioni non sono ancora arrivate ai sessantacinquenni e non si sa ancora quando toccherà realmente ai più giovani.

 

 

Nel frattempo, due milioni di dosi AstraZeneca si trovano in frigorifero e vanno utilizzate al più presto. L'obiettivo del commissario straordinario Francesco Figliuolo è quello di spalmare le dosi in dieci giorni, in modo da raggiungere e poi consolidare,  la soglia delle 300.000 vaccinazioni quotidiane, in seguito al flop di Pasqua. Tutte le questioni attorno al vaccino anglo-svedese non hanno fatto che alimentare lo scetticismo riguardo al preparato. È probabile che questo aumenti se lo Stato dovesse a suo modo seguire gli altri paesi europei, e limitare la somministrazione agli over 65. Una decisione non facile da prendere, in un contesto già troppo poco chiaro e trasparente.

 

 

E come se non bastasse, ci si mettono di traverso anche i ritardi nelle consegne, ormai segno distintivo di AstraZeneca. Ieri il Lazio ha segnalato nuovi ritardi negli ordini. Confermato invece dai vertici societari il taglio del 50% delle dosi in arrivo il 14 aprile: saranno 175mila e non 340mila come da accordi. L'azienda ha anche fatto sapere che colmerà la differenza tra il 16 e il 23 aprile. Attendiamo, tanto ormai ci siamo abituati. Nel trimestre in corso, AstraZeneca peserà per il 20% totale degli ordini: 10,04 su 52,48 milioni di dosi in totale entro fine giugno. Ma ad aprile, le consegne dell'azienda dovrebbero oscillare tra le due e le tre milioni di dosi. Staremo a vedere. Di sicuro, ad oggi, il quadro per l'Italia appare a tinte fosche: la campagna vaccinale si sta via via trasformando in un drammatico calvario.

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