Coronavirus, mascherine FFP2 false: come riconoscere quelle che ti uccidono, occhio al dettaglio
Indossare la mascherina è necessario a evitare il contagio da Covid: tutti lo hanno imparato in un anno di pandemia. Allo stesso modo, è ormai chiaro che le mascherine FFP2 sono molto più sicure ed efficaci di quelle chirurgiche e soprattutto di quelle di stoffa. Tuttavia, con l’introduzione sul mercato di diversi falsi, non in grado di assicurare adeguati standard di sicurezza, è necessario capire come distinguere le mascherine vere da quelle tarocche.
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Le FFP2, tra l’altro, sono le migliori anche perché garantiscono una protezione maggiore rispetto alle varianti del Covid: filtrano il 95% delle particelle in ambienti chiusi. Come riporta Leggo, con l’arrivo della seconda e terza ondata del coronavirus in Europa, la domanda di mascherine FFP2 si è quasi quintuplicata a partire da gennaio. Di conseguenza, sono aumentati anche i falsi, che sembrano identici alle vere mascherine, ma in realtà non assicurano la stessa protezione. Per riconoscere quelle autentiche, bisogna innanzitutto controllare le diciture stampate direttamente sulle mascherine o sugli involucri esterni delle confezioni. È necessario verificare che ci sia il marchio CE, seguito da quattro numeri che identificano il laboratorio che ne ha certificato la sicurezza e il riferimento alla normativa UNI EN-149. Inoltre, devono essere monouso, visto che non esistono FFP2 lavabili dopo 6-8 ore di utilizzo.
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Attenzione, poi, anche alle mascherine FFP2 per bambini. Esistono infatti solo delle versioni identiche a quelle per adulti, ma di dimensioni più piccole. L’Ue non ha ancora autorizzato la messa in commercio di mascherine di questo tipo pensate per i più piccoli. Inoltre, è necessario distinguere le FFP2 dalle KN95: si tratta di due modelli in apparenza molto simili, ma in realtà diversi. Le KN95, in particolare, sono prodotte in Cina e hanno un potere filtrante simile a quello delle FFP2, ma prima della pandemia non avevano le certificazioni necessarie per poter essere messe in commercio nell’Ue. Con l’aggravarsi della pandemia, l’Europa aveva deciso di autorizzarne la vendita e l'utilizzo, ma solo in via temporanea. Tuttavia la loro efficacia non è ancora stata stabilita. Ecco perché alcuni Paesi, come il Regno Unito e la Spagna, hanno raccomandato di non comprarle.
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