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AstraZeneca e trombosi, Pierpaolo Sileri: "La prof in coma a Genova? L'Ema deve valutare nuovi limiti d'età"

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Qualcosa da cambiare sul vaccino AstraZeneca c'è. Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, intervistato dalla Stampa, invita a non drammatizzare ma allo stesso tempo chiede all'Ema, l'agenzia europea del farmaco, di intervenire nuovamente sul siero anglo-svedese messo a punto nei laboratori di Cambridge per rivedere le fasce d'età di somministrazione e sgomberare così il campo da ogni possibile sospetto che possa generare panico.

 

 

 

La giornata di sabato 3 aprile è stata convulsa. Dopo che la Germania aveva ufficialmente consigliato i medici di somministrare una seconda dose differente se la prima era di AstraZeneca, è arrivato il governo dell'Olanda a sospendere il siero per alcuni casi di trombosi. "Si tratta di numeri esigui rispetto alle dosi inoculate - chiarisce Sileri -. Peraltro, va accertata la reale correlazione causa-effetto. Prendiamo decisioni politiche sulla base di evidenze scientifiche". L'Italia, dunque, andrà avanti con AstraZeneca, anche perché un ulteriore stop alla campagna vaccinale avrebbe conseguenze nefaste, e questo anche se a Genova una insegnante di 32 anni è ricoverata per una emorragia cerebrale. Aveva fatto AstraZeneca pochi giorni fa.

 

 

 

 

 

"È presto per dire che a Genova ci sia un nesso causa-effetto - sottolinea il sottosegretario -. Dobbiamo affidarci alla farmacovigilanza per avere una base scientifica. Si stratta di una donna giovane e questa complicanza della trombosi, nei rari casi in cui si è manifestata, è stata notata soprattutto nel genere femminile e in una fascia d'età bassa". Ecco perché, prosegue, "l'Ema credo dovrà pronunciarsi nuovamente per introdurre un limite di età, non per bloccare o sospendere la somministrazione. Individuata la fascia d'età di cui parlavamo prima, con un rischio maggiore di trombosi, si mette un limite per la somministrazione o un'avvertenza che preveda un monitoraggio di chi viene vaccinato. È una complicanza che una volta riconosciuta in tempo è facilmente trattabile".

 

 

 

 

Nell'attesa, un occio ai vaccini e un occhio ai bollettini quotidiani del coronavirus, con numeri di ricoveri in terapia intensiva e decessi ancora troppo alti. "Siamo esattamente al picco della terza ondata - è la spiegazione di Sileri - e a fine aprile vedremo i primi effetti delle vaccinazioni. I reparti degli ospedali torneranno ad avere ossigeno. In alcune aree del Paese i numeri già iniziano a scendere. A fine aprile arriveremo a 500 mila dosi al giorno, sarà la curva decisiva".

 

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