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Immigrazione, inchiesta sulla nave Iuventa e le Ong Save the children e Medici senza frontiere: "Soccorsi e carte falsate, tutto per avere più finanziamenti"
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Favoreggiamento all'immigrazione clandestina e falso. Sono queste le accuse che si abbattono sulla nave Iuventa e che vedono coinvolte le Ong Save the Children e Medici senza frontiere, che operavano invece sulla Von Hestia e sulla Vos Prudence. Le indagini, condotte dallo Sco della Polizia e dalla Squadra mobile di Trapani con il Nucleo speciale di intervento del Comando generale delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera, su indicazione della Procura di Trapani, hanno portato a 200mila intercettazioni. I 24 soggetti, tra comandanti delle navi del soccorso, operatori di bordo, volontari, rappresentanti della società armatrice, soccorrevano infatti in mare i clandestini dopo contatti attraverso vari canali come WhatsApp e Facebook. Contatti che mantenevano con scafisti e trafficanti.
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Questi ultimi - spiega Il Giornale - a loro volta comunicavano orari di partenza e coordinate dei barconi. A quel punto, era la prassi, la ong si recava sul luogo concordato e inviava richieste di soccorso per poi portare gli immigrati in Italia. Come se non bastasse Vos Hestia e Vos Prudence non erano di certo adatte per i soccorsi. Anzi potevano portare 60 e 40 persone a bordo al massimo, ma spesso ne trasportavano molte di più.
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Non solo, perché il personale di bordo, una volta raggiunto il nostro Paese, compilava verbali e documenti falsando la verità. Ma la cosa più grave è che il comportamento degli indagati ha portato al guadagno di ingenti somme di denaro anche per i trafficanti di esseri umani. "L'accordo tra scafisti e Ong - spiega l'avvocato Valter Biscotti al Giornale - è il cuore di questo procedimento con l'inevitabile conseguenza dell'imputabilità anche delle Ong come persone giuridiche. La cosa ancora più grave e che la loro attività illecita, così come configurata, è proiettata anche verso una visibilità mediatica per attrarre finanziamenti".
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