Coronavirus, Roberto Speranza difende le chiusure: "Ho giurato sulla Costituzione per tutelare la vita"
Dopo l'ennesima figuraccia, contornata dall'ennesima ordinanza firmata frettolosamente due giorni prima, Roberto Speranza si racconta al Corriere della Sera. "Vedo bene che un bel pezzo di Paese è in forte sofferenza. Sono consapevole che ogni mia scelta provoca un sacrificio e che ci sono settori in grande difficoltà, per cui ritengo che sostegni economici mirati siano fondamentali. Ma la maggior parte degli italiani capisce che queste misure, per quanto costose e dolorose, sono necessarie e io le assumo con animo sereno. Tutelare la vita non è un lavoro sporco, ho giurato sulla Costituzione per questo". Eh già, Speranza cita propria quella Costituzione che ha messo in standby da oltre un anno.
"Ti spelliamo vivo". Speranza impone il lockdown? Travolto dalle minacce: quattro gli indagati
"Salvini non si fida di lei: il suo rigorismo è ideologico?" chiede la giornalista a Speranza. "Se sono ideologico io, lo sono anche Merkel, Macron e tutti i ministri della Salute del mondo costretti a firmare restrizioni. Qui l'ideologia non c'entra nulla, ogni misura è ponderata sulla base dei dati scientifici. Fidiamoci della scienza, che ci ha sempre guidati in questo anno difficile". Fidiamoci quindi dei vari Burioni di turno, che un giorno dicevano che non c'era niente e il giorno dopo gridavano all'apocalisse. Fidiamoci dell'Oms, che prima riteneva le mascherine inutili e poi necessarie, senza parlare dell'uso dei guanti che all'inizio era obbligatorio nei supermercati e che poi si sono rivelati più dannosi che altro.
Riguardo alle riaperture, Speranza risponde: "Dobbiamo dire la verità, non possiamo suscitare illusioni che finiscono per rivelarsi un boomerang. Io però sono ottimista, grazie ai sacrifici di queste settimane e all'accelerazione della campagna di vaccinazione, già nella seconda parte della primavera vedremo risultati incoraggianti e staremo meglio" se non fosse per la presenza dei vaccini, le parole di Speranza sembrano l'esatta fotocopia delle dichiarazioni pre-estate dell'anno scorso. Da allora, vaccini a parte, poco sembra cambiato.
Covid: Carfagna, 'solidarietà a Speranza, dissenso non sfoci in minacce'
E sempre riguardo ai vaccini, il ministro della Salute dice: "Stiamo facendo tutte le pressioni possibili perché le case farmaceutiche rispettino gli impegni. Nella seconda metà di aprile avremo finalmente le prime forniture di Johnson&Johnson, importante perché dà l'immunità con una dose sola. Ci aspettiamo oltre 50 milioni di dosi nel secondo trimestre e 80 nel terzo, che ci consentiranno una vera accelerazione". Attendiamo quindi chiusi a chiave e con trepidazione l'arrivo del vaccino americano, mentre quello Russo sembra ormai sempre più lontano dopo la recente vicenda di spionaggio politico-militare. Eppure, l'uso dello Sputnik V sembra impossibile in Europa, per motivi geopolitici piuttosto che di reale efficacia del preparato. Ma tranquilli, Speranza si dice ottimista e che ormai "manca poco".