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Walter Biot spia per i russi, il retroscena: "Conoscevano la sua debolezza". Dramma privato: perché aveva bisogno di soldi

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Ci sarebbe un dramma personale dietro la scelta di Walter Biot, capitano di fregata e ufficiale della Marina militare italiana, di "vendersi" ai russi passando a Mosca documenti "classificati". Uno scandalo internazionale (la Farnesina ha minacciato duri provvedimenti con il governo di Mosca) che sarebbe partito da una vicenda strettamente privata. "I russi devono aver lavorato molto bene sulla sua debolezza, sui problemi personali di Walter", spiega al Corriere della Sera un ufficiale che lo conosce bene. E anche questo, in fondo, è inquietante: come facevano a sapere gli agenti del servizio segreto russo, dei problemi di salute della figlia di Biot, affetta da un grave handicap e per la quale il militare fruiva anche della Legge 104? Risposta, in fondo, semplice: è il lavoro delle spie, carpire segreti. Siano personali e privati o di Stato, e spesso le due cose possono andare a braccetto.

 

 



"Il suo bisogno di soldi si conosceva", confermano dagli ambienti militari, "sapevamo che non godesse di disponibilità economica". Eppure Biot era un insospettabile, a partire dal suo curriculum. Lavorava all’ufficio Politica Militare e Pianificazione dello Stato Maggiore della Difesa, Terzo reparto, tra le sue mani passavano alcuni dei dossier più scottanti. Era diventato ufficiale attraverso i concorsi interni, capitano di corvetta e "guida caccia", imbarcato sui cacciatorpedinieri e sulla portaerei Garibaldi. Quindi la promozione a ufficio stampa allo Stato maggiore della Marina militare. "Per noi - raccontano al Corriere - Walter era l’amico di cui non si dubita di nulla. Scherzoso, appassionato, aveva gli occhi che parlavano da soli". Dal 2010 al 2015 ha lavorato presso il Gabinetto del ministro della Difesa, a palazzo Baracchini, capo della sezione relazioni internazionali del servizio pubblica informazione. Quindi il salto finale, allo Stato maggiore della Difesa, prima alla pubblica informazione, poi alla Politica militare, con le consulenze nelle trattative di interesse militare tra i Paesi, in materia di distensione e disarmo. 

 

 

 

 

 

Sposato, 4 figli, casa fuori Roma. Tutto gettato al vento nel momento in cui il controspionaggio lo ha colto in flagrante nell'atto di intascarsi 5.000 euro in contanti. "Quello che ha fatto rimane un atto gravissimo per la sicurezza del Paese e della Nato, se si è davvero venduto non ci sono scusanti e così adesso si è rovinato la vita, rischia almeno 15 anni di carcere". 

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