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Vaccino, Fabrizio Curcio: "Spreco di dosi, ne parlerò col generale Figliuolo". La svolta dopo il caso-Scanzi

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Tiene banco il tema-vaccino: a chi spettano le dosi non somministrate a fine giornata, una di quelle dosi, giusto per intendersi, sulle quali ha messo le mani Andrea Scanzi, poi travolto dalle polemiche e dalle disdette dei contratti. Il generale Paolo Figliuolo, nuovo commissario all'emergenza coronavirus, aveva detto chiaro e tondo che bisogna fare in modo di somministrare ognuna di quelle dosi. Certo, restano dei buchi normativi, se alla fin della fiera uno come Scanzi riesce a metterci le mani sopra aggiungendo poi che "gli italiani dovrebbero ringraziarmi".

Ma tralasciando i deliri della firma del Fatto Quotidiano, ecco che sul punto arrivano le parole di Fabrizio Curcio, il capo della protezione civile, che sul tema ha premesso: "Ne parlerò al commissario Figliuolo". Nel corso di un'audizione parlamentare, Curcio ha infatti affrontato il tema degli sprechi di dosi di vaccino, e ha puntualizzato: "Al di là di indicazioni generali, serve, secondo me, un accordo con le Regioni per indirizzare le dosi che restano non al ventenne, ma alla stessa categoria a cui erano destinate. Sennò si creano situazioni che stridono, persone che si mettono fuori e aspettano, meccanismi che fanno perdere la fiducia del cittadino. Se la perdiamo, la campagna non va avanti", ha rimarcato. Nessun riferimento al caso-Scanzi, ma i riferimenti, in verità, appaiono lampanti.

Dunque, Curcio ha sottolineato come l'Italia avrà alla fine del primo trimestre più di un milione di dosi in meno rispetto a quanto era stato garantito dalle case farmaceutiche nell'ultimo piano presentato al ministero della Salute. Curcio ha infatti spiegato: "Erano previste 15,6 milioni dosi per primo trimestre questo valore oggi è chiuso a circa 14 milioni e 170mila dosi, oltre un milione di dosi in meno". Un ammanco che fa la differenza.

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