Immigrazione, la rete di banchieri e preti alle spalle delle Ong: indagine sulla superlobby
L’inchiesta sui finanziamenti alla Mare Jonio svela particolari inediti e inquietanti sulle attività della Ong. Pare, infatti, che il team di attivisti dell’imbarcazione – come riporta il Giornale - volesse creare una sorta di lobby con l’associazione degli armatori danesi per fare pressioni sulla Commissione europea a favore delle Ong del mare. I danesi sono gli stessi che il 30 novembre scorso avrebbero pagato alla Mare Jonio 125mila euro per il trasbordo di 27 migranti dalla petroliera sulla nave umanitaria lo scorso 11 settembre. Migranti poi fatti sbarcare in Italia. Della lobby avrebbero fatto parte anche giornalisti, banchieri e prelati.
A occuparsi dell’accordo con i danesi, stando ai pm di Ragusa, sarebbe stato il capomissione Beppe Caccia, un tempo assessore dei Verdi a Venezia. Sarebbe volato a Copenaghen non solo per chiedere soldi all’armatore danese Maersk, ma anche per “avviare un dialogo costruttivo con i rappresentanti dell’associazione danese degli armatori”. I danesi, dal canto loro, avrebbero “preannunciato il proprio sostegno politico e materiale”, come si legge nelle carte dell’inchiesta. E il progetto è proprio quello della lobby per fare pressioni sulla Commissione.
"125mila euro per 27 immigrati?". La porcata della Ong scatena la Maglie: con chi abbiamo a che fare
Caccia, poi, avrebbe informato di questo incontro il vicepresidente di Banca Etica, Nazareno Gabrielli, non indagato. Gabrielli, tra l'altro, aveva sostenuto l’acquisto di Mare Jonio tempo fa con 400mila euro di finanziamento. Nelle carte di Ragusa si legge che “Nazareno risponde a Caccia che si tratta di una cosa importante”. Quando ci si chiede in che modo far arrivare i soldi dei danesi in maniera legale in Italia, ecco che spuntano i prelati. Caccia, al telefono con l’attivista Luca Casarini, ipotizzava: “Per motivi fiscali si potrebbe fare una donazione a una diocesi della chiesa cattolica italiana”. Alcuni prelati pare abbiano appoggiato la proposta fin da subito, come dimostra una telefonata nella quale Casarini diceva: “Don Gianni De Robertis mi chiamava per dirmi che il progetto è ok ed è sicuro!”. Tuttavia, come spiega il Giornale, non è chiaro a quale progetto facesse riferimento De Robertis, direttore generale della Fondazione Migrantes.