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Coronavirus, Luigi Frunzio morto a 64 anni. "Era guarito, stava bene, poi la crisi respiratoria". Il magistrato napoletano e una terribile conferma

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Il coronavirus uccide anche dopo la guarigione. È morto Luigi Frunzio, procuratore aggiunto presso la Procura di Napoli (le immagini sono di Anteprima24 giornale online) colpito dal Covid diversi mesi fa e ricoverato in ospedale. Il magistrato 64enne sembrava aver superato il virus al meglio ed era in una clinica di Imola per la riabilitazione, ma è stato stroncato da una crisi respiratoria. A testimonianza di come il coronavirus lasci strascichi pericolosissimi anche dopo la "negatività" al tampone di controllo. Frunzio era coordinatore della Direzione Distrettuale Antimafia e lascia la moglie Simona, le sue bambine  e altri due figli avuti dal suo  primo matrimonio.

 

 

 


"Gigi era un uomo forte e mite, che ha lottato contro una malattia terribile con tutte le sue forze", lo ha salutato con una nota il procuratore di Napoli Giovanni Melillo. "Un magistrato dalle doti rare per prudenza di giudizio e rigore nelle valutazioni. Ma anche di grande umanità. Era amato da tutti gli uomini e le donne del nostro ufficio. Abbiamo tutti perso un amico e un punto di riferimento insostituibile. È un giorno tristissimo per tutti noi".

 

 

 

 

Tra le tante indagini che hanno contraddistinto la carriera del procuratore Frunzio quelle sul clan dei Casalesi e l'infiltrazione della mafia campana nell'imprenditoria. Tra le ultime inchieste, quella sul business dei rifiuti e quelle sui rapporti tra criminalità organizzata e amministrazione pubblica attraverso il voto di scambio. Ascrivibile alla sua squadra anche il sequestro de "tesoro" del superboss ergastolano dei Casalesi Michele Zagaria: appartamenti, ville di lusso, società e centri benessere, per un valore di decine e decine di milioni di euro.

   

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