Don Biancalani, presi per spaccio due sue ospiti e lui se la prende con Matteo Salvini: "Colpa delle sue politiche"
Parco di piazza della Resistenza, Pistoia. Venerdì scorso. Due immigrati provenienti dal Gambia si avvicinano a un uomo seduto su una panchina e gli offrono droga. La zona è un'abituale piazza di spaccio, per lo più gestita da immigrati di origine africana. Il destinatario dell'offerta, in realtà, è un carabiniere in borghese, in azione dopo le numerose segnalazioni ricevute dai cittadini, esasperati dal "via vai" nella zona anche in tempo di restrizioni anti-epidemia. Don Massimo Biancalani con alcuni dei migranti che ha deciso di accogliere nel suo centro di Vicofaro (Pistoia) dove c'è la parrocchia Così i due - Ibrahim Camara e Lamin Barjo - finiscono in manette. Camara, protagonista della tentata vendita di droga al militare, è stato trovato in possesso di due grammi e mezzo di hashish, mentre Lamin Barjo ha venduto una dose ad un giovane proprio davanti agli occhi dei Carabinieri. Fin qui, nulla di anormale. O, meglio: normale episodio di microcriminalità. Quello che meraviglia - ma fino a un certo punto, visti i precedenti - è il luogo di provenienza dei due arrestati. Nel senso che entrambi sono ospiti del centro di accoglienza di don Massimo Biancalani, il parroco della chiesa pistoiese di Vicofaro noto per le sue posizioni pro accoglienza e i numerosi scontri con Matteo Salvini.
LO SCONTRO CON LA LEGA
Circostanza che naturalmente non è sfuggita al leader della Lega, che ieri ha commentato l'episodio con queste parole: «Ancora immigrati che delinquono e che sono ospiti di Vicofaro. Due gambiani sono finiti in manette: ospiti di don Biancalani, spacciavano in centro a Pistoia. Grazie alle donne e agli uomini in divisa che li hanno beccati, tolleranza zero per venditori di morte e delinquenti». Il sacerdote, come già accaduto in passato, ha risposto a brutto muso: «Sono le classiche uscite di un politico irresponsabile che se la prende con una struttura che ospita tante persone che altrimenti finirebbero su una strada proprio a causa delle scelte del suo partito sull'immigrazione». Come riferisce Il Primato Nazionale, i due gambiani attualmente si trovano agli arresti domiciliari proprio presso il centro di Vicofaro in attesa della decisione del Gip. Un episodio che rinfocola le polemiche sulla struttura di don Biancalani, che già la scorsa settimana si era dovuto esporre dopo l'arresto per rapina di un altro ospite del suo centro di accoglienza. Protagonista, anche in questo caso, un gambiano, che con la scusa di chiedere una sigaretta aveva depredato una donna di 600 euro in contanti, telefono cellulare ed effetti personali. Refurtiva ritrovata anche all'interno della struttura di accoglienza.
I PRECEDENTI
Di mea culpa, da parte di don Biancalani, anche allora neanche a parlarne: «Il ragazzo era da qualche giorno a Vicofaro. Era stato un periodo da noi un anno fa, poi si era allontanato ed era tornato nei giorni scorsi. Bisogna rendersi conto che c'è un'umanità abbandonata sui territori, abbandonata da un sistema di accoglienza che la stessa Lega ha voluto con la legge Bossi-Fini. Esprimo sdegno nei confronti di certi politici che causano il problema e poi puntano il dito». Anche una settimana fa, infatti, la Lega aveva attaccato il parroco, chiedendo il «ritorno della parrocchia ai parrocchiani. Non possiamo più tollerare rapine e aggressioni di immigrati accolti a Vicofaro. Non è la prima volta». A giugno era toccato a un nigeriano, pure lui arrestato per spaccio di droga (con parte della "merce" custodita addirittura nel confessionale).