Coronavirus, Alberto Mantovani: "Perché rischiamo la quarta ondata". Quando ne usciremo: sempre peggio
Potrà esserci una quarta ondata. Lo dice chiaramente Alberto Mantovani, immunologo di fama mondiale e direttore scientifico dell'Humanitas di Milano: "Sì, non possiamo dimenticare che si tratta di una pandemia e due delle attuali varianti che ci preoccupano sono nate in Sudafrica e in Amazzonia. Solidarietà e sicurezza camminano insieme. L'associazione Medici con l'Africa, che sostengo, si occupa di portare i vaccini a tutti". Dalla pandemia, sostiene Mantovani, ne usciremo alla fine dell'anno: "Se ci impegneremo il Natale prossimo sarà più normale del passato. L'estate potrebbe essere una tregua, ma senza le illusioni dell'anno scorso".
Del resto le varianti preoccupano molto. Quella inglese, continua il professore, è più letale oltre che più contagiosa. "Il British medical journal e Nature danno gli stessi numeri: la variante inglese è più infettiva, ma aumenta anche la mortalità dal 30 al 60 per cento. Oltre a contagiare di più uccide maggiormente e per questo bisogna vaccinare in fretta". A proposito di vaccini, e della sospensione poi ritirata di AstraZeneca, Mantovani sostiene che sia stato "giusto investigare per fugare ogni dubbio, in particolare per sottogruppi come le donne giovani, ma solo in Italia ci sono centinaia di morti al giorno di Covid se non ci si vaccina. Persino l'acqua può intossicare in situazioni particolari. L'alternativa è morire di sete".
E poi parlare di "eventi avversi" non sarebbe corretto "perché non si vede un aumento di trombosi nei vaccinati rispetto ai non vaccinati. Per la Società di ematologia in Italia uno su mille soffre di tromboembolia, con frequenza maggiore sopra ai 70 anni".
Insomma, il vaccino AstraZeneca è sicuro, "i dati sono già molto chiari e non penso che si troveranno correlazioni tra vaccini e tromboembolie". Anche nel bugiardino della Tachipirina, sottolinea Mantovani, "si trovano possibili effetti collaterali, ma altamente improbabili. Ai miei cari vaccinati con Oxford non ho suggerito l'aspirina e non ne vedo il motivo".