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AstraZeneca, il professore morto a Bologna, l'ultima telefonata: "Non chiamatemi, fatico a parlare"

 Il vaccino AstraZeneca

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"Non chiamatemi, fatico a parlare", poi la morte. La Procura di Bologna ha aperto un fascicolo, in seguito al decesso di un docente che aveva ricevuto il vaccino AstraZeneca. Si chiamava Giuseppe Morabito, di 63 anni, nativo di Oppido Mamertina, piccolo comune in provincia di Reggio Calabria. Il Tribunale, riporta il Giorno, ha aperto un'inchiesta per conoscere le cause della morte e per capire se ci sia un eventuale nesso tra il decesso del professore e la vaccinazione. L'ultima telefonata l'aveva fatta a una collega, alla quale aveva detto di non chiamarlo perché non riusciva a parlare. Morabito è morto nella notte di sabato.

 

 

E non è l'unico caso sospetto. "Mia madre è sempre stata in salute, non aveva malattie. Improvvisamente dopo aver fatto il vaccino ha cominciato ad avere febbre, poi a vomitare e ora è in rianimazione", racconta Raffaele Conte, figlio di Sonia Battaglia, 54 anni, di San Sebastiano al Vesuvio che è in rianimazione all'Ospedale del Mare di Napoli. La donna, che è segreteria dell'Itis Enrico Medi di San Giorgio a Cremano, attualmente si trova in coma farmacologico dopo la somministrazione il 1 marzo al centro dell'Asl Napoli 2 del vaccino Astrazeneca del lotto ABV5811.

 

 

Infine c'è il caso più eclatante, quello di Stefano Paternò, il militare morto in Sicilia poche ore dopo essersi sottoposto al vaccino Astrazeneca. "Mio marito era contento di vaccinarsi. Mio marito stava benissimo, non soffriva di nulla", spiega tra le lacrime la moglie Caterina Arena. Che racconta come è andata. "Ha fatto il vaccino lunedì mattina alle 10. Siamo tornati a casa verso le 17, era una giornata semplice. Mentre stavamo tornando a casa ha avvertito qualche brivido", continua. "Poi siamo andati a dormire verso le 23-23.30. Intorno alle 2 mi sono svegliata perché ho sentito uno strano russare, lui si è irrigidito. Aveva gli occhi fissi. È morto così".

 

 

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