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Coronavirus, tsunami varianti: "Sul filo del rasoio". Dopo Lombardia e Piemonte, altre tre regioni verso la zona rossa

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Si avviano spedite verso la zona rossa tre regioni: Lombardia, Piemonte e Veneto che avranno quindi misure e divieti ancora più restrittivi. Mentre il Lazio corre verso la zona arancione. Così come restano in arancione le Marche. Sono queste le regioni più a rischio di un cambio di colore dovuto all'aumento dei contagi di Covid e alla diffusione delle varianti, mentre il Tar ha confermato la Basilicata in zona rossa. 

Il governo Draghi sta lavorando a un nuovo Dpcm in attesa degli ultimi dati sulla curva dei contagi mentre domani 12 marzo verrà diffuso il monitoraggio dell'Istituto superiore di Sanità che porterà all'adozione di nuove ordinanze. Se tutto il Paese si avvia verso una stretta, che dovrebbe portare una zona rossa nei weekend in tutta Italia e a una zona gialla rafforzata con misure ad hoc per Pasqua come è stato per Natale, già oggi 11 marzo alcune regioni preannunciano settimane ancora più difficili.

 

 

In particolare, la Lombardia si appresta a diventare zona rossa. Se infatti l'esecutivo dovesse seguire il consiglio del Comitato tecnico scientifico, per la Regione di Attilio Fontana non ci sarebbe scampo. Con 311 contagi da coronavirus ogni 100 mila abitanti supererebbe la soglia imposta dal Cts (ferma a 250) per finire automaticamente nella fascia più a rischio.  In ogni caso per il Pirellone la scelta è quasi doverosa. Il bollettino di ieri ha registrato 4.422 nuovi casi, ma un indice di positività in frenata. La zona rossa e il lockdown, a questo punto, dovrebbero scattare da lunedì.

 

 

Del resto sono in salita i ricoveri: 6 in più quelli in terapia intensiva (il totale è ora di 617) e 168 quelli negli altri reparti Covid (5.584 in tutto). Nello specifico i contagi nel Milanese sono 1.191, mentre 549 in città. Con la provincia di Brescia che registra nuovi 1.080 casi e una saturazione del sistema ospedaliero ormai vicina al 100 per cento.

Anche dal Piemonte arrivano pessime notizie: la regione è a un passo da zona rossa e lockdown, come la Lombardia. Nella serata di ieri, mercoledì 10 marzo, lo stop ai ricoveri non-Covid: l'emergenza ospedaliera è insomma drammatica. Ora, le rilevazioni sull'indice Rt, schizzato a 1,41: cifre che non lasciano scampo al Piemonte, che corre verso una nuova serrata totale.

 

Stesso scenario in Veneto. "A oggi non abbiamo certezze, ma come altre regioni siamo sul filo del rasoio, perché il livello di trasmissibilità oggi è molto più aggressivo", dice il governatore Luca Zaia. "Speriamo di recuperare un'altra settimana di arancione, anche se il trend nazionale dell'indice Rt si avvicina al rosso". Dopo una discesa di due mesi, poi, "il tasso di ospedalizzazione in Veneto ha ripreso a crescere, anche se siamo ancora al 14% di riempimento in area non critica e al 12% in terapia intensiva", sottolinea Zaia. "Se il trend continua a essere questo, però, le curve possono diventare perpendicolari come è già accaduto. Il vero problema è che il punto di partenza, in caso di una nuova risalita, non è a zero, ma a 170 letti occupati in rianimazione". 

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