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Coronavirus, "stop ai ricoveri non-Covid" in Piemonte: ospedali al collasso. Campania e Bari, situazione al limite

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Le varianti mordono, la terza ondata del coronavirus picchia al massimo della sua potenza. Firenze, Bologna e l'intera Puglia sono a un passo dalla zona rossa, ma gran parte d'Italia rischia il lockdown. Il governo, nel frattempo, prende tempo a venerdì sulle nuove strette, sulle misure con cui modificare il dpcm del 6 marzo, in attesa del nuovo report settimanale sull'andamento del contagio.

Nel frattempo, notizie drammatiche arrivano dal Piemonte. A causa dell’aggravarsi della pandemia e della necessità di ulteriori misure per garantire sufficienti posti letto a disposizione dei pazienti Covid, l’Unità di Crisi della regione ha disposto  a tutte le aziende sanitarie di sospendere temporaneamente i ricoveri non-Covid, escluse le urgenze, i ricoveri oncologici e quelli in cosiddetta fascia "A", cioè da effettuare entro 30 giorni. Insomma, ospedali al collasso. Anche tutte le attività ambulatorie vengono differite, ad eccezione di quelle contrassegnate con codice "U" (urgenti, da garantire entro 72 ore) e "B", da assicurare entro i entro 10 giorni. Esclusi dal provvedimento anche gli screening oncologici.

La situazione sembra volgere al peggio anche in Campania dove da domani, giovedì 11 marzo, e fino al 21 marzo, saranno chiusi al pubblico lungomari, piazze, parchi urbani, ville comunali e giardini pubblici; nello stesso periodo stop a fiere e mercati, compresi quelli rionali o settimanali anche per i generi alimentari. Questo è quanto disposto da un'ordinanza firmata da Vincenzo De Luca

E ancora, Bari, epicentro della crisi in Puglia. Il sindaco e presidente dell'Anci De Caro adotta da subito misure più rigorose per la sua città: divieto di asporto e chiusura dei distributori automatici di cibi e bevande dalle ore 18 e sospensione delle attività di vendita al dettaglio dalle 19. Negozi chiusi "per l'incremento esponenziale di nuovi casi - spiega il Comune - e un'incidenza cumulativa settimanale dei contagi, già a decorrere dal 22 febbraio, superiore a 250 casi ogni 100.000 abitanti, con un indice settimanale tuttora in crescita", pari a 287,4 nella settimana fino al 7 marzo.

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