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Coronavirus, il bollettino del 10 marzo: 22.409 nuovi casi e 332 morti. Terapie intensive e ricoveri, un nuovo picco

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Non si vede la luce in fondo al tunnel. Il bollettino del 10 marzo registra l'ennesimo aumento dei contagi che ad oggi arrivano a 22.409 (in netta risalita rispetto alla giornata precedente quando se ne sono contati 19.749). Sale così ad almeno 3.123.368 il numero di persone che hanno contratto il Covid-19 da inizio pandemia. Dati che non fanno ben sperare e che vedono la maggior parte delle regioni a un passo dalla zona rossa.

Vanno di pari passo i tamponi totali, tra molecolari e antigenici. Nelle ultime 24 ore stati 361.040 i test fatti, ovvero 15.704 in più rispetto a ieri quando erano stati 345.336. In rialzo anche il tasso di positività che si ferma al 6,2 per cento. Ieri era stato 5,7 per cento con aumento dello 0,5. Diverso andamento invece per i decessi che vedono una lieve frenata: passano dai 376 di ieri ai 332 di oggi per un totale di 100.811 vittime da febbraio dello scorso anno. Non portano buone notizie i numeri dei ricoveri e delle terapie intensive. Anche qui il ministero della Salute registra un aumento. Sono infatti 489 in più i pazienti ricoverati con sintomi da coronavirus nelle ultime 24 ore, per un totale di 22.882. Stessa sorte anche per le Ti che vedono un + 71 rispetto a ieri (quando l'aumento fu di 56 unità) in totale 2.827, con 255 nuovi ingressi.

Intanto vanno a rilento le dosi di vaccino somministrate. Se queste sono oltre 5 milioni, i cittadini che hanno ricevuto la seconda dose sono invece poco più di 1,7 milioni. Ben lontani dall'obiettivo prefissato dal ministro della Salute Roberto Speranza. A mettere i bastoni tra le ruote i ritardi nella fornitura da parte delle case farmaceutiche. Ritardi che hanno costretto Mario Draghi a bloccare l'export di AstraZeneca in Australia.

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