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Mario Draghi, "vietato parlare di lockdown": dati alla mano, potrebbe essere costretto ad applicarlo presto

 Mario Draghi  

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Vietato parlare di lockdown con Mario Draghi. Gli esperti del Comitato tecnico scientifico si guardano bene dal nominare quella parola, diventata indicibile da quando è caduto il governo di Giuseppe Conte. Eppure è chiaro che il senso dei loro suggerimenti siano quelli, dato che hanno chiesto “l’innalzamento delle misure su tutto il territorio nazionale”. “Nessuno ha chiesto il lockdown”, si sono affrettati a precisare dall’interno del Cts, eppure i dati sembrano trascinare il Paese in quella direzione. 

 

 

Gli ultimi emersi dalla cabina di regia dell’Istituto superiore di sanità e del ministero della Salute parlano di “crescita esponenziale” che richiede “il massimo livello di mitigazione anche laddove l’incidenza settimanale superi la soglia di 250 casi per 100mila abitati”. E il massimo, come scrive il Fatto Quotidiano nell’edizione odierna, è la zona rossa, che è già stata applicata in Campania dal governatore Vincenzo De Luca. Altre regioni sembrano destinate a seguire l’esempio, come ammesso da Roberto Speranza durante la trasmissione Mezz’ora in più.

 

 

Emilia Romagna, Marche e Lombardia dati alla mano potrebbero già essere in zona rossa, ma per ora hanno conservato quella arancione, seppur rafforzata: il problema è che contagi, attualmente positivi e ricoveri continuano a crescere giorno dopo giorno a causa delle varianti che aumentano di pari passo e si rivelano sempre più pericolose. Nelle prossime settimane non è quindi escluso un lockdown, sebbene nessuno attualmente lo nomini apertamente: potrebbe servire anche di breve durata, giusto il tempo di porre un freno alla terza ondata e di dare un’ulteriore accelerata alla campagna di vaccinazione.

 

 

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