Dario Franceschini, ira contro Zingaretti: "Non ci si dimette così". Retroscena: "Il nome del reggente", suicidio Pd completato
Sono passati due giorni da quando Nicola Zingaretti ha rassegnato le dimissioni dall'incarico di segretario del Partito democratico. "First reaction: shock", è stata la reazione immediata, e non solo tra le file del Pd. Decisione che non è ancora stata metabolizzata dai vertici del Partito: da un lato le parole pesanti rivolte ai membri, dall'altro l'azione in solitaria, perpetrata da Zingaretti all'oscuro di tutti. "Non ci si dimette su Facebook, ma si comunica la decisione ad un organismo del partito come il comitato politico" ha commentato Dario Franceschini. Alla base della decisione di Zingaretti i conflitti interni al Partito, che vedono coinvolto anche lo stesso Franceschini.
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"Dario non è stato avvisato, malgrado tutto ciò che ha fatto per coprire Zingaretti" spiegano i suoi. "E non è stato avvisato neanche Mario Draghi..." In seguito alla lettera di dimissioni del segretario alla presidenza, la prossima Assemblea Nazionale del 13 marzo offre la possibilità di eleggere un nuovo segretario. Stando all'indiscrezione de La Stampa, il profilo più in voga sembrerebbe essere Piero Fassino, politico esperto e navigato all'interno del partito. L'ipotesi esclude lo scenario che vede Roberta Pinotti prendere il posto dell'ex segretario, "perché Orlando non la voterebbe" spiegano i bene informati.
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I vertici dovranno cercare di placare gli animi in vista del 13 marzo e unire le correnti contrastanti di comune accordo, onde evitare di andare completamente allo sbando. Invece di andare alla conta, decideranno probabilmente di accordarsi su una figura condivisa, per dare l'apparenza di un minimo di unità. Pronto a candidarsi anche Bonaccini. L'opzione Andrea Orlando preoccupa invece i renziani di Base Riformista, ma per quanto riguarda l'attuale ministro del lavoro ci sarebbe l'ostacolo del doppio incarico. "Non lo è stato per Zingaretti, per Renzi e per gli altri. Quindi..." ragionano però i maggiori esponenti del partito durante una riunione telematica.
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