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Coronavirus, Pasqua in lockdown e weekend in zona rossa: le indiscrezioni dal vertice di governo

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Il Dpcm che entra in vigore domani 6 marzo fino al 6 aprile si teme sia già vecchio. Il governo teme che non sia adeguato ai numeri della terza ondata dell'epidemia di coronavirus e sta già pensando a restrizioni diverse, più dure, in grado di contrastare il boom di contagi causato dalle varianti. A Pasqua e nei weekend, per esempio, si potrebbero seguire le regole della zona rossa, come durante le festività di Natale. E potrebbe esserci il coprifuoco anticipato alle 20, per quello che il capo dell’Istituto superiore della Sanità, Silvio Brusaferro, ha definito "giallo intenso" nell’ultimo vertice con Mario Draghi celebrato martedì, secondo quanto riporta Il Messaggero.

 

 

Sempre martedì, nel presentare il provvedimento, il ministro della Salute Roberto Speranza ha avvertito: "Il governo valuterà nelle settimane che verranno l’evoluzione della curva epidemiologica e come eventualmente adeguare le misure". Draghi però è intenzionato ad aspettare prima di dare il via libera a una nuova stretta perché sa che gli italiani sono stremati. 

Intanto restano le fasce colorate. Nell’ultimo vertice governativo con Brusaferro, Franco Locatelli (Consiglio superiore della Sanità) e Agostino Miozzo (coordinatore del Cts) si è considerato che la soluzione migliore sarebbe un lockdown generale di 3-4 settimane (Sardegna esclusa), come proposto da Guido Bertolaso e da decine di virologi e medici che ieri hanno dovuto fronteggiare una nuova ondata di ricoveri (458 in più in 24 ore), di ingressi in terapia intensiva (232) e di nuovi positivi (22.860). Ma appunto Draghi vuole aspettare e valutare i risultati di queste prime misure. 

 

 

 

 

Sul tavolo intanto Brusaferro ha messo l’ipotesi del “giallo intenso” con il coprifuoco alle 20 in tutte le Regioni. In questo caso le attività commerciali dovrebbero chiudere le serrande alle 19. Nei festivi e nei prefestivi (Pasqua e Pasquetta incluse), si va di rosso, come già fatto tra Natale e la Befana. Quindi, negozi, bar e ristoranti chiusi, così come i confini comunali. Tutti a casa, insomma, "se la situazione dovesse precipitare".

 

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