Nicola Zingaretti, lo sfogo con i fedelissimi dopo le dimissioni: "Volevano farmi fuori. Mario Draghi? Ho detto sì per il bene del Paese"
Terremoto tra le file dei vertici del Partito democratico. "Mi dimetto da segretario ma non smetterò di fare politico. Non ci pensino proprio" afferma Nicola Zingaretti quasi sollevato dopo aver rassegnato le dimissioni dall'incarico di segretario dei Dem. Con un durissimo post su Facebook, Zingaretti spiega il motivo della sua decisione: "Lo stillicidio non finisce. Mi vergogno che nel Pd, partito di cui sono segretario, da 20 giorni si parli solo di poltrone e primarie, quando in Italia sta esplodendo la terza ondata del Covid, c’è il problema del lavoro, degli investimenti e la necessità di ricostruire una speranza soprattutto per le nuove generazioni".
**Pd: mossa Zingaretti spiazza dem e 'costringe' tutti a ricompattarsi'**
Sono parole durissime quelle del (probabilmente) ex segretario del Pd. "In questi giorni terribili, in cui mi sparavano addosso dallo stesso Pd, nessuno dei big mi ha difeso", il Corsera riporta il suoi sfoghi con l'inner-circle. Già in precedenza, Zingaretti aveva fatto intendere questa sua intenzione, desistendo di fronte alle insistenze di Andrea Orlando e Goffredo Bettini. "Non posso prendere colpi ogni giorno" aveva affermato il segretario. Secondo la ricostruzione del Corriere della Sera, Zingaretti si era dato ancora qualche giorno dopo l'ultima direzione di lunedì scorso, con la speranza di veder placati i conflitti interni al suo partito. Ma così non è stato.
Pd: Leodori, 'via conflittualità, uniti attorno a Zingaretti'
Nessuno sarebbe stato al corrente di questa presa di posizione del leader Dem, tantomeno gli avversari interni che gli hanno fatto maturare questa decisione: da Lorenzo Guerini a Matteo Orfini. Si vocifera che soltanto l'amico Goffredo Bettini sapesse. All'oscuro anche il neo premier Mario Draghi. "Voi tutti sapete che non ero convinto dell’operazione del governo Conte, ma mi hanno convinto, poi c’è stato Draghi e io non mi sono tirato indietro per il bene del Paese. Dopodiché ho detto diamoci una prospettiva politica, per questo ho chiesto un congresso tematico, perché pensavo che non si volesse parlare di nomi ma di contenuti ed ecco che è partita una salva di interviste contro di me. Volevano le primarie per tenermi sette mesi sotto scacco e poi farmi fuori. Ma io non mi faccio fare fuori, mi faccio da parte. Siccome non voglio essere io il problema di questo partito allora lascio e forse il mio gesto servirà a responsabilizzare tutti", avrebbe concluso zingaretti.