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Coronavirus, lo sfogo di un infermiere: "Cosa ho dovuto dire a un ragazzo di 26 anni", un racconto terrificante

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Non solo gli scienziati. A lanciare l'allarme per la terza ondata ci sono anche gli infermieri. "È avvilente non avere la più pallida idea di quando questa storia potrà finire", si sfoga in un lungo post su Facebook Flavio De Cicco, infermiere dell'Azienda ospedaliera dei Colli e consigliere della IV Municipalità di Napoli, che racconta quanto vede con i suoi occhi: un aumento di contagi e ricoveri. La curva epidemiologica non accenna a diminuire, mettendo a serio rischio la tenuta sanitaria del Paese. 

 

 

"È avvilente il numero dei casi in continuo aumento - si legge ancora nel post -. È avvilente l'aggressività di queste varianti. È avvilente l'abbassamento dell'età media interessata. È avvilente dover dire ad un ragazzo di 26 anni che tutto va bene, ma che dovrà essere intubato. È avvilente continuare a vedere persone che ci lasciano. È avvilente il continuo menefreghismo di tanti". Poi il pensiero va a chi, da febbraio dello scorso anno, si ritrova in prima linea a combattere un vero e proprio incubo. "È avvilente la stanchezza psicologica con la quale sto, personalmente, come tanti colleghi vivendo questo momento. Sono avvilito". 

 

 

A mettere in guardia su quello che sarà il futuro ci pensa l'Europa. Dopo il mea culpa di tutti i vertici, da Ursula von der Leyen ad Angela Merkel, ecco che l'Ue torna a far sentire la propria voce. In circa un terzo dei paesi membri - è la statistica del Centro Europeo delle malattie - si sta osservando un aumento dei ricoveri in ospedale o nei reparti di terapia intensiva a causa del Covid-19. Anche se il tasso dei casi è stabile o in calo, infatti, i numeri delle epidemia rimangono alti. Cifre - conclude l’Ecdc - che fanno pensare a settimane preoccupanti all'insegna di un nuovo picco di ricoveri in terapia intensiva. Il tutto mentre le mutazioni del Covid-19, la cui copertura post-vaccino è ancora incerta, prendono piede.

 

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