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Coronavirus, "focolai nelle scuole legati alle nuove varianti": più giovani infetti, è l'inizio della terza ondata?

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Vincenzo De Luca ha deciso di chiudere tutte le scuole in Campania a partire da lunedì primo marzo, ma tutti i governatori hanno chiesto lumi sulla situazione epidemiologica negli istituti alla luce della diffusione sempre maggiore delle varianti del Covid. I ministri Gelmini e Bianchi si sono fatti carico della richiesta delle Regioni: nei prossimi giorni arriverà il parere tecnico del Cts, che offrirà un quadro sulla diffusione del coronavirus nelle scuole. Da questo punto di vista con Mario Draghi un cambio di passo c’è stato, dato che fin quando al ministero dell’Istruzione c’era la dimenticabile Lucia Azzolina era impossibile parlare dei veri dati di contagio nelle scuole per una questione politica. 

 

 

Intanto sull’argomento si è già espresso Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute: “Quando si parla di chiusure scolastiche è sempre doloroso. Ma laddove ci sono dei focolai o presenza di varianti è chiaro che tale decisione dolorosa è assolutamente da considerare. Dobbiamo essere pragmatici”. Anche perché è stato registrato un abbassamento dell’età media tra i contagi: “Potrebbe essere un fatto legato alla diffusione delle varianti nelle scuole”. 

 

 

Poi Rezza ha condiviso un’analisi sulla situazione epidemiologica generale: “In Italia ci sono zone e regioni con incidenza molto elevata, come in Trentino, Molise e Abruzzo, per la presenza della variante inglese. Anche in Umbria, per la presenza delle varianti inglese e brasiliana. Dobbiamo fare un grosso sforzo per contenere i focolai. Nelle regioni molti focolai sono dovuti alle nuove varianti, non posso che esprimere preoccupazione per l'andamento dell'epidemia. Dobbiamo tenere alta la guardia e dove c'è bisogno è necessario intervenire tempestivamente e duramente”.

 

 

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