Coronavirus, il decreto di Mario Draghi: palestre e piscine restano chiuse. Nuove limitazioni sulle seconde case
Per riaprire le palestre e le piscine ci vogliono numeri da "fascia bianca", ergo, solo 50 nuovi contagiati su 100 mila abitanti. A preoccupare è l'arrivo della terza ondata dovuta alla contagiosità delle nuove varianti. Una possibilità che allontana un allentamento delle misure anti-Covid nel prossimo Dpcm che sarà firmato dal presidente del Consiglio Mario Draghi. Riporta il Corriere della Sera che gli esperti chiedono "massima cautela" e la decisione su eventuali riaperture sarà rinviata alla fine di marzo o addirittura alla seconda settimana di aprile, dopo Pasqua. Pare certo che tutte le aree dove ci sono più contagi andranno in lockdown mentre quelle ritenute ad alto rischio ma con dati più confortanti saranno in fascia "arancione scuro", che significa scuole chiuse e divieto di andare nelle seconde case, oltre alla chiusura totale per tutta la giornata di bar e ristoranti.
"Chi dice tanto non muoio sarà il primo". Massimo Galli dalla Berlinguer, sfogo senza precedenti
Resta insomma "congelato" lo sport visto che palestre e piscine potranno riaprire soltanto quando il numero dei contagi sarà di 50 persone per centomila abitanti. Nelle prossime settimane però, si legge sempre sul Corriere, gli indicatori potranno essere rivisti anche per programmare uno scaglionamento degli ingressi nelle strutture sportive. Ma sembra una previsione molto ottimistica.
Per quanto riguarda cinema e teatri, che ormai sono chiusi da un anno, il ministro della Cultura Dario Franceschini pensa a un calendario con le riaperture ma sa che sarà difficile ottenere un risultato positivo immediato. Anche se le associazioni dei lavoratori dello spettacolo hanno preparato un protocollo più rigido rispetto a quello in vigore prima della serrata.
Infine, per bar e ristoranti aperti dovrebbe restare vietata la riapertura dopo le 18. La discussione rimane comunque aperta e non è escluso che possa esserci una rivalutazione per quelle aree che mostrino una condizione favorevole sia per quanto riguarda l’andamento dei contagi, sia per la tenuta delle strutture sanitarie.