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Lombardia, scattano le zona arancio rafforzate: ondata-Covid a Brescia. Massimo Galli: "Avevo maledettamente ragione"
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"Zone arancio rinforzate" in Lombardia. Lo ha deciso Letizia Moratti, vicepresidente della Regione e assessore al Welfare, per arginare la nuova ondata di contagi da Covid che si è abbattuta sull'area di Brescia e dintorni. Quasi 10mila casi nelle ultime settimane (e picchi di 700 in un giorno), con variante inglese che ha raggiunto il 60% delle nuove infezioni, e soprattutto 3.503 morti in tutta la provincia, un numero più alto delle vittime mietute dal coronavirus a Bergamo, la "capitale" della strage durante la prima ondata.
Per questo motivo la Regione ha deciso di rafforzare la zona arancione "in tutta la provincia di Brescia e nei comuni di Viadanica, Predore San Martino, Sarnico, Villongo, Castelli Calepio, Credaro e Gandosso in provincia di Bergamo e Soncino in provincia di Cremona". L'ordinanza che sarà firmata in giornata dal governatore Attilio Fontana prevederà "oltre alle normali misure di zona arancione anche la chiusura di scuole elementari, infanzia e nidi, divieto di recarsi presso le seconde case, l'utilizzo obbligatorio di smart working ove possibile; l'utilizzo delle mascherine chirurgiche sui mezzi di trasporto e chiusura delle attività universitarie in presenza".
"Considerata l'ultima accelerazione - ha spiegato la Moratti - nella provincia di Brescia, con l'aggravante delle varianti che nell'area sono presenti al 39% del totale dei casi, abbiamo concordato con il Ministero della Salute una strategia di mitigazione e contenimento del contagio".
Ospite di Mattino 5, il professor Massimo Galli, virologo dell'ospedale Sacco di Milano, canta mesta vittoria: "Non sono stati necessari 15 giorni, ne sono bastati 2 o 3 per dire che avevo maledettamente ragione. Se devo attenermi ai dati del laboratorio di ricerca che dirigo, negli ultimi giorni i casi sono molto spesso legati a varianti Covid". Il riferimento è alla sua frase sui "reparti pieni di malati" smentita la scorsa settimana dal suo stesso ospedale. "Non faccio altri numeri che riguardano il Sacco. Il virus è grosso, quello dell'Aids e dell'Epatite C sono più piccoli e cambiano molto di più. Questo cambia meno, ma le mutazioni ci sono e il virus può imporsi con la nuova variante. Quella inglese ha una capacità di diffusione superiore del 40%".
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