Coronavirus, pressing di Speranza sulle regioni: accettate la zona arancione, anche se le cifre sono da giallo. Chi rischia
Mancano ormai soltanto poche ore alla decisione sul cambio di colori per le regioni, il primo da che Mario Draghi è al governo. La morsa del coronavirus, con le varianti, com è noto preoccupa. E le scelte potrebbero infatti essere punitive. I passaggi di fascia avvengono in base ai dati del monitoraggio. Ma si apprende che Roberto Speranza è in pressing sui governatori affinché accettino la zona arancio anche se i dati sono da permanenza in zona gialla, una sorta di moral suasion giustificata con lo spauracchio di passare direttamente al rosso la prossima settimana. La convinzione infatti è che aperture di bar e ristoranti possano influire sull'andamento della curva epidemiologica.
E così, le regioni che restano in bilico tra giallo e arancione sono la Lombardia, il Lazio, il Piemonte, il Friuli Venezia Giulia, le Marche e l’Emilia Romagna. Dunque l'Abruzzo, che è in arancione e ha già messo in lockdown le province di Pescara e Chieti: la regione sarebbe destinata a diventare rossa. Contrario però il governatore Marco Marsilio, il quale sottolinea come l’Rt è sceso da 1.22 a 1.17 e spera nulla cambia. Per inciso, nessuno dei governatori delle regioni a rischio-arancione sarebbe disposto ad accettare il passaggio "preventivo" in arancione. Insomma, la tensione è alle stelle e gli scenari sono mutevoli.
Le regioni sul filo, va da se, tentano la resistenza per evitare altri colpi durissimi al tessuto economico. Attilio Fontana, per la Lombardia, parla chiaro: "Spero proprio di non andare in arancione, lo spero e mi auguro che non si verifichi questa situazione. Come ogni venerdì ci confronteremo con il Cts". E ancora, il leghista chiede agli scienziati di anticipare le decisioni "perché i dati li hanno da martedì". Al netto di tutto ciò, Fontana ammette che con il "giallo" la curva del contagio risale: "Purtroppo è un dato di fatto acquisito che con le chiusure i dati migliorano, con le aperture più larghe i dati peggiorano", rimarca.
Infine, anche una buona notizia, che arriva dalla Valla d'Aosta: potrebbe essere infatti la prima regione da che pandemia fu e da che colori furono ad entrare in zona bianca. Insomma, possibile un ritorno alla vita normale, senza chiusure, pur nel rispetto dell'obbligo di indossare la mascherina e di mantenere un ferreo distanziamento sociale.