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Domenico Arcuri, la Corte dei Conti indaga sulle siringhe: "Pagate sei volte il costo originale"

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Sulle siringhe ordinate dal commissario per l'emergenza Domenico Arcuri la Corte dei Conti vuole vederci chiaro. Infatti è partita un'indagine sulla fornitura di 157 milioni di siringhe di precisione, le "Luer lock", che secondo Arcuri sono le uniche in grado di estrarre sei dosi, invece di cinque, da ogni fiala del vaccino Pfizer. Come riporta Repubblica, la Procura contabile del Lazio ha aperto un fascicolo per verificare se la spesa sostenuta - circa 10 milioni nel complesso - sia stata proporzionale ai benefici, o se invece un risultato analogo poteva essere ottenuto con gli strumenti tradizionali. Aghi standard, insomma, che - stando ad alcune ricostruzioni - costerebbero sei volte in meno. Questo, inoltre, non sarebbe l'unico danno erariale su cui si intende procedere. Ci sarebbero altri fascicoli aperti - come documenta Repubblica - su forniture di mascherine e appalto dei banchi scolastici con le rotelle.

 

 

 

Intanto sullo sfondo pare stia per nascere uno scontro con il governo sullo "scudo" garantito al commissario attraverso il decreto Cura Italia. Il testo, infatti, riferendosi ai "contratti relativi all'acquisto dei beni per far fronte all' emergenza", prevede che "tutti tali atti sono sottratti al controllo della Corte dei Conti, fatti salvi gli obblighi di rendicontazione". E ancora: "Per gli stessi atti la responsabilità contabile e amministrativa è comunque limitata ai soli casi in cui sia stato accertato il dolo del funzionario". Una protezione non da poco quella assicurata ad Arcuri.

 

 

 

Tornando alla questione delle siringhe, comunque, da diversi esposti e inchieste giornalistiche emerge che quelle acquistate dal commissario sono meno reperibili e costano di più. Tuttavia Arcuri, un mese fa, aveva fatto sapere: "La differenza è solo di pochi centesimi, non è vero ci sia un divario così ampio tra i due prodotti". Un altro paradosso riguarderebbe poi la produzione di queste siringhe: l'Italia avrebbe acquistato all'estero quelle "più performanti", mentre le aziende italiane già producevano milioni di quei prodotti standard. I rilievi, comunque, non sembrano preoccupare il commissario: "Indicazione dell'Aifa".

 

 

 

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