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Montichiari, il primario arrestato per i farmaci letali ai pazienti Covid. Un infermiere: "Voleva liberare posti letto"

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"Vuole liberare i posti letto": sarebbe stato questo uno dei motivi per cui Carlo Mosca, il primario di Montichiari arrestato per omicidio volontario, avrebbe iniettato farmaci letali ad alcuni suoi pazienti Covid, portandoli così alla morte. Due decessi risalgono al 20 e 23 marzo. A sfogarsi, nelle chat Whatsapp, sono gli infermieri che lavoravano con lui: "Anche a voi ha chiesto di somministrare i farmaci senza intubarli? Io non ci sto a uccidere questi solo perché vuole liberare i posti letto", scrive uno. "Sono d’accordo con te, questo è pazzo", scrive un altro. Come riporta Repubblica, secondo gli inquirenti, il medico avrebbe somministrato ai due malati Covid - Angelo Paletti di 80 anni e Natale Bassi di 61 - un potente anestetico e un bloccante neuromuscolare. Farmaci usati in anestesia ma che, in assenza di intubazione del paziente, possono avere conseguenze letali e rapidissime. Tutto è partito dalla denuncia di un infermiere, che il 23 aprile 2020 ha messo per iscritto quello che lui ed altri colleghi hanno visto accadere a marzo nel pronto soccorso di Montichiari. Iniziano così le indagini: sotto la lente degli investigatori ci sono quattro morti (avvenute tra il 20 e il 23 marzo). A maggio, quindi, vengono riesumate tre salme (una quarta era stata cremata come moltissimi morti Covid). Otto mesi dopo il gip dispone l'arresto di Mosca. Come spiega Repubblica, inoltre, l'uomo da quest'estate - appreso di essere indagato - avrebbe tentato di deviare le indagini cercando anche di "concordare una versione di comodo della vicenda" con alcuni infermieri "istigandoli a dichiarare il falso".

 

 

 

Dalle ricostruzioni degli inquirenti, poi, emergono particolari inquietanti. Innanzitutto il primario, quando decideva di somministrare farmaci letali, faceva uscire dalla sala emergenza gli infermieri e il personale ospedaliero per restare solo con il paziente. In secondo luogo, è stato notato che nel semestre novembre 2019-aprile 2020 nella farmacia del pronto soccorso dell’ospedale c’è stato un aumento del 70% degli ordinativi di Propofol e Midarine, i farmaci letali appunto. Un aumento considerevole, a fronte di sole cinque operazioni di intubazione. L'arrestato, intanto, fa sapere di non aver mai iniettato quelle sostanze. Tuttavia nelle carte compare la cosiddetta "ammissione stragiudiziale": parlando con un collega, Mosca avrebbe già ammesso di averle usate.

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