Recovery Plan approvato: più soldi a sanità e scuola, tutte le misure
Drammi politici a parte, questa notte il Consiglio dei ministri ha approvato - con l'astensione di Italia viva - il Recovery Plan. Si tratta del programma per spendere i 209 miliardi di fondi europei, che diventano 310 sfruttando altri finanziamenti Ue. Il testo è suddiviso in sei macroaree di intervento e stanzia 68,9 miliardi per la rivoluzione verde; 46,2 per la digitalizzazione; 32 per le infrastrutture; 28,5 per l'istruzione e la ricerca; 27,6 per inclusione e coesione; 19,7 per la salute. Il documento approvato nel cuore della notte è molto diverso dalla bozza che circolava un mese fa: basti pensare che gli appena 9 miliardi assegnati inizialmente alla sanità, che avevano scontentato non solo Matteo Renzi, ma anche gli altri partiti, sono diventati più del doppio. Inoltre, nel capitolo "Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura", che da solo vale 46,2 miliardi, 5 miliardi in più vanno alla voce Cultura e Turismo, che sale da 3 a 8.
Per andare incontro alle richieste di Renzi, poi, sono spuntati 6 miliardi alla voce "valorizzazione del territorio e efficientamento energetico dei comuni". Cinque miliardi in più sono stati previsti, invece, per l’alta velocità ferroviaria, in particolare nel Mezzogiorno. Anche il capitolo sull'Istruzione e la ricerca è stato rimpolpato: passa dagli iniziali 19 miliardi a 28,5. Cresce di quasi 10 miliardi anche il capitolo "Inclusione e coesione", che ora vale 27,6 miliardi. Ridotta, invece, la parte dedicata a bonus e incentivi. Il nuovo testo però non risolve il problema sulla governance, quello su cui era cominciato un mese fa lo scontro con Renzi.