Covid, il mistero dei cinesi in Italia: "Non si ammalano, non muoiono"
Sulla presunta immortalità dei cinesi le battute si sprecano. C'è chi sostiene che, presentandosi più o meno simili all'occhio dell'occidentale inesperto, gli abitanti della Cina in realtà non crepino mai, bensì si riciclino, proprio come la plastica, o che l'uno prenda il posto dell'altro appena deceduto, assumendone l'identità. E c'è pure chi si dichiara convinto che campino più o meno 150-200 anni. Leggende metropolitane raccontano persino che i migranti cinesi non seppelliscano i loro defunti. Cosa ne facciano si ignora. Li rispediscono in patria? Li congelano e poi ce li servono al ristorante "All you can eat"? Li inumano sotto il parquet oppure li impagliano per poi piazzarli in bella vista in soggiorno come si usava fare un tempo con la testa del cervo cacciato dal proprietario di casa, a mo' di trofeo? Tali domande affliggono davvero i cittadini del Belpaese, per i quali i cinesi, che vivono sepolti e nascosti all'interno delle loro comunità ma che tuttavia si danno un gran bel da fare sgobbando come nessuno da mattina a sera - onore al merito -, sono e resteranno senza alcun dubbio un mistero. Non a caso in molti chiedono a Google: perché i cinesi non ingrassano? Perché non invecchiano? Perché mangiano tanto aglio? Perché hanno la pelle liscia? Perché non fanno lo scontrino?
Quesiti - Ah no, niente, questa è un'altra storia. Insomma, decine di quesiti ci angosciano allorché si parla di loro. Nel primo capitolo del libro Gomorra, Roberto Saviano scrive: «Raccolti, l'uno sull'altro, in fila, stipati come aringhe in scatola. Erano i cinesi che non muoiono mai. Gli eterni che si passano i documenti l'uno con l'altro. Ecco dove erano finiti Erano lì. Ne cadevano a decine dal container, con il nome appuntato su un cartellino annodato a un laccetto intorno al collo». Ci rincuora il fatto che persino lo scrittore idolo della sinistra abbia compiuto queste considerazioni. Nessuno dunque ci accusi di razzismo se lecitamente ci interroghiamo sul motivo per cui in Italia non abbiamo mai appreso di un funerale - e dico uno solo - cinese. Per di più a noi i migranti cinesi stanno simpatici, ci piacciono, li ammiriamo poiché pensano soltanto a sfacchinare. Di certo, quando scompaiono, i cinesi lo fanno con discrezione. Senza baccano. Senza drammi. Senza sceneggiate. Senza urla isteriche e pianti struggenti, come siamo soliti fare noi da millenni. Essi sono composti in tutto: nella gioia così come nella sofferenza. Tanta stima. Eppure delle statistiche esistono. Risulta che in Italia, dove la comunità cinese è nutrita, non muoiano che poche decine di cinesi ogni anno, i quali vengono seppelliti nei nostri cimiteri, quindi non imbalsamanti e parcheggiati in sala da pranzo. La verità non è che i cinesi sono eterni, bensì che non gradiscono affatto tirare le cuoia nel Bel Paese, preferiscono semmai tornarsene in patria intorno ai 50 anni.
Segnali - Del resto, la Cina è in piena espansione economica e a breve, prima del previsto, grazie all'accelerazione fornita dal coronavirus che ha paralizzato gli altri sistemi ma non quello cinese (guarda caso), diventerà la prima potenza economica mondiale. I cinesi appaiono immuni al virus che pure hanno messo in circolazione. Non ci sono stati ricoverati, contagiati, morti di nazionalità cinese sul nostro territorio a causa del Covid-19, fatta eccezione per i coniugi cinesi infetti in vacanza dalle nostre parti, i quali lo scorso febbraio hanno generato quella naturale paura nei confronti di una possibile diffusione del contagio, paura spacciata dalla sinistra come razzismo, da qui le campagne "abbraccia un cinese", "mangia cinese", "mordi un involtino primavera". E tutti siamo al corrente di come andarono le cose successivamente nonché che il timore di una fuoriuscita del minaccioso virus dai confini cinesi avrebbe dovuto essere considerata cosa ovvia, mica impossibile come illustri esperti pretendevano di spiegarci. Al 5 gennaio risultano essere stati fatti in Cina oltre 4,5 milioni di vaccini. Non stupiamoci. Invero, trattasi di poca roba se il dato viene rapportato alla popolazione totale. Nonostante tutto in Cina il morbo è debellato, come hanno dimostrato a tutto il mondo le immagini dei festeggiamenti in piazza in occasione del capodanno. Migliaia e migliaia di persone strette gomito a gomito. Altro che distanziamento sociale! E anche questo è un gigantesco enigma. Se non sono imperituri, i cinesi sono almeno dei gran furbacchioni. Da tutta una vita non fanno altro che copiarci, taroccando il Made in Italy e spedendoci qui la loro merce di pessima qualità. Eppure lo scorso 3 gennaio la Cina ha bloccato una partita di carne suina proveniente dall'Italia. Il motivo: i nostri maiali sarebbero infettati dal virus cinese. Fa ridere, già. Secondo l'Opas (Organizzazione prodotto allevatori suini), nient' altro che una scusa per colpire il nostro commercio e le nostre eccellenze. Inimitabili. r