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Un caso all'Università Europea di Roma: il libro di Etica del monsignore? Figlio solo tra marito e moglie, gay da guarire

Giulia Sorrentino
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Università Europea di Roma, facoltà di psicologia, esame filosofia della vita e bioetica, docente Claudia Navarini. La professoressa ha sottoposto come unico testo obbligatorio d’esame il “Manuale di bioetica” (Vol. 1 – Fondamenti ed etica biomedica, Vita e Pensiero, Milano 2012) del cardinale, vescovo cattolico, teologo e accademico Elio Sgreccia.

All’interno del libro sono contenute determinate frasi destinate a suscitare polemiche, e sono questi alcuni dei testi che formeranno una parte dei futuri psicologi. 
Il testo cita sull’omosessualità (riporto sotto l’immagine di pagina 506) “si può configurare ad un certo stadio di esercizio più come una malattia da trattare, che come un vizio deliberato”. Ma l’omosesualità non è né una malattia né un vizio, essendo stato sancito ciò dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) il 17 maggio del 1990 con l’eliminazione dell’omosessualità dal DSM, ovvero il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. E prosegue, sempre sul tema “essa va ritenuta un’anomalia da prevenire e da curare e correggere, perché la sessualità ha un orientamento oggettivo eterosessuale”.

Non è l’unico argomento trattato; si parla infatti anche di procreazione sostenendo che “il concepimento è lecito quando è il termine di un atto coniugale per sé stesso idoneo alla generazione della prole” e prosegue “una procreazione è privata della sua perfezione se non è frutto dell’unione sia fisica sia spirituale tra gli sposi” aggiungendo che “soltanto se il matrimonio è valido e legittimamente contratto risulta lecito l’aiuto alla fertilità-fecondità dell’atto coniugale”.

Il manuale sul tema della fecondazione sostiene quanto segue (pagina 630):

"La fecondazione artificiale eterologa è contraria all'unità del matrimonio, alla dignità degli sposi, alla vocazione propria dei genitori ed al diritto al figlio ad essere concepito e messo al mondo nel matrimonio e dal matrimonio (...) Essa costituisce, inoltre, un'offse alla vocazione comune degli sposi che sono chiamati alla paternità e alla maternità: priva oggettivamente la fecondità coniugale della sua unità o della sua integrità; opera e manifesta una rottura tra parentalità genetica, parentalità gestazionale e responsabilità educativa".

Viene inoltre toccato il tema dell’aborto: “in quanto uomo il medico non può compiere un’azione di soppressione della vita di un individuo umano seppure in formazione; in quanto medico è chiamato dalla professione e dalla propria deontologia a curare e sostenere la vita e ad essere rispettato nella propria autonomia”,

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:

Gentile Direttore,

in relazione all’articolo pubblicato nel suo giornale il 28 dicembre 2020 recante titolo “Un caso all’Università Europea di Roma: il libro di Etica del monsignore? Figlio solo tra marito e moglie, gay da guarire” e all’intervista pubblicata il 1° gennaio 2021 recante titolo “Alda D’Eusanio a Libero: Scandalo all’Università di Roma sui gay? Crisi del cristianesimo, cosa dovrebbe fare Papa Francesco”, entrambi a firma di Giulia Sorrentino, desidero esprimere rammarico e preoccupazione per le informazioni in essi contenute. Gli articoli, prendendo di mira uno dei testi più classici della bioetica italiana e internazionale, ovvero il Manuale di bioetica di Elio Sgreccia, presentano la nostra istituzione in modo deformato, ledendo la reputazione dell’Università e di una nostra docente. Mi corre dunque l’obbligo di offrire una nota di chiarificazione.

Il corso di studi in Scienze e Tecniche Psicologiche dell’Università Europea di Roma è di alto livello, conta su docenti di elevato profilo, sviluppa la ricerca e la capacità di applicazione professionale sia in ambito clinico che della psicologia del lavoro. Gli studenti approfondiscono le materie psicologiche seguendo approcci scientifici accreditati. Vengono offerti anche insegnamenti affini e integrativi di carattere etico-filosofico, medico-psichiatrico, giuridico, economico, socio-pedagogico. Uno di questi è l’insegnamento di Filosofia della vita e bioetica, pensato come un laboratorio di idee, che non prevede fra i suoi argomenti quello dell’omosessualità.

Il primo volume del manuale di Elio Sgreccia è stato adottato fra i libri di testo perché ritenuto un’opera ampia e completa, adatta ad uno studio approfondito della materia, e importante da conoscere in un’università di tendenza come l’Europea. Data la mole del testo, ne viene utilizzata soltanto una parte, indicata nel programma del corso. Varie università italiane hanno utilizzato e utilizzano uno o entrambi i volumi del Manuale di Bioetica nelle bibliografie dei loro corsi di universitari e postuniversitari. Anche all’estero il testo, tradotto in numerose lingue, è conosciuto e apprezzato, e non solo nelle realtà accademiche di ispirazione cattolica. Naturalmente, non è il manuale di Sgreccia a costituire la formazione specifica dello psicologo, o del medico, o del giurista, rappresentando piuttosto un elemento di formazione interdisciplinare.

Andando più nel dettaglio, occorre precisare che il volume di Sgreccia in adozione non tratta il tema dell’omosessualità. Di questo tema, infatti, si trova nel volume unicamente un’espressione generica di rinvio al secondo tomo, rimasta negli anni, che va adeguatamente contestualizzata.

In ogni caso, è noto che in un insegnamento universitario di bioetica il testo di studio è uno strumento, che può essere affrontato anche in modo critico, cosa che gli studenti dell’Università Europea imparano a fare, fin dal primo anno, in ogni questione che coinvolga il giudizio di coscienza. Solo per fare un esempio, è del tutto sensato continuare a studiare e a valorizzare i testi di Aristotele, anche se alcuni passaggi sulla schiavitù oggi non potrebbero essere sottoscritti. Un intero manuale non può essere giudicato per un passaggio, che semmai può aiutare a ricostruire la storia delle idee.

Tutto ciò premesso, e sempre nel rispetto dei valori costituzionali e della dignità della persona umana, ogni università deve essere libera di ispirarsi a propri valori di riferimento, e, per un’università di orientamento cattolico come la nostra, di conformarsi ai principi del magistero cattolico. 

Certo che queste mie righe mostrino con evidenza che non vi è alcuna imposizione dogmatica, discriminazione irrispettosa o svalutazione di alcuno, la ringrazio dell’attenzione che lei e i lettori del suo giornale vorranno dare a questa mia lettera.

Con i migliori saluti,
P. Pedro Amador Barrajón
Rettore dell’Università Europea di Roma
 

 

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