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I vigili anti-Covid violano i divieti: le foto online (e poi rimosse) che imbarazzano i ghisa

Michele Focarete
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Quelli che dovrebbero controllare non si controllano. Vicini vicini, senza mascherina, con sorridente foto di gruppo dopo aver postato su Facebook tavolate ricche di cibo: pizzette, affettati e dolcetti. E, sopra le immagini della festa, la scritta: «Auguri dal nucleo controllo Covid di via Drago». E si, proprio quel gruppo di agenti della polizia locale che dovrebbe andare in giro a sanzionare chi non rispetta le regole rigide di questi giorni. Proprio gli stessi che entrano nelle case per verificare che le quarantene vengano osservate. Quelli che si accertano che le aperture e le chiusure delle attività siano rispettate. Vigilano sugli assembramenti, spulciano le autocertificazioni e tengono d'occhio gli spostamenti sui mezzi pubblici.

 

I medesimi agenti e ufficiali che lo scorso ottobre hanno ricevuto dal primo cittadino, Beppe Sala, gli elogi «per lo straordinario impegno e il determinante contributo fornito per l'emergenza determinata dalla pandemia da Covid 19, che si sono tradotti, senza soluzione e senza risparmio di energie, nell'efficace e costante riadattamento delle procedure organizzative del Corpo, nel proporre risposte alle molteplici esigenze dei cittadini garantendo il sostegno alle categorie più deboli e, nel contempo, coordinato le attività del Corpo volte alla fruizione dei traposti pubblici, la riapertura delle attività commerciali e l'avvio della stagione scolastica nel rispetto delle norme poste a tutela della salute pubblica».

Ma come? Proprio loro che per far rispettare la legge dovrebbero dare il buon esempio, sono scivolati su una festicciola di gruppo, addirittura all'interno dell'ufficio anti-Covid di via Drago. All together, tutti insieme, con larghi sorrisi da soubrette, in barba al Dpcm e a tutti quei bravi ghisa e cittadini rispettosi delle norme. Non solo: incuranti delle polemiche e delle sanzioni disciplinari, hanno postato il 23 dicembre le loro foto su Fb, ricevendo una quarantina di like e una decina di commenti. Per la verità non tutti benevoli, del tipo: «Ma lì il Covid non c'è?». Giudizi che devono aver convinto il gruppetto a togliere il post a Natale, quando però la frittata era già stata fatta.

 

Ma c'è di più. Nel raggruppamento, c'era anche una vecchia conoscenza delle cronache, portata all'attenzione di un vasto pubblico dalla trasmissione televisiva Le Iene, quando lo scorso ottobre veniva mandato in onda un servizio sui ghisa della narcotici che farebbero affari con gli spacciatori. Verso la fine del filmato, una donna, l'ufficiale capo del gruppetto incriminato, era intervenuta e aveva portato via i colleghi dicendo che non c'era niente da dire e che avrebbero relazionato i superiori. Il servizio trasmesso in tv si era abbattuto come un ciclone sul corpo dei ghisa e sul Comune di Milano, che aveva subito trasferito i presunti colpevoli, mettendosi a disposizione dell'autorità giudiziaria.

E, proprio tra i presunti colpevoli, c'era la vigilessa trasferita poi all'ufficio anti Coronavirus. La stessa immortalata con i compagni festaioli. E adesso cosa accadrà? Un nutrito gruppo di vigili si è detto indignato e pronto a chiedere spiegazioni al comando. La vicesindaco, con delega alla Polizia locale, Anna Scavuzzo, interpellata sulla vicenda, pur avendo visto le foto incriminate non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Gli agenti indignati puntano anche il dito contro il formarsi di questi nuclei, l'antidroga, l'anti Covid. «Quelli dell'antidroga», spiega un agente che vuole mantenere l'anonimato per paura di ritorsioni, «avrebbero dovuto solo controllare i parchi pubblici, dove ci sono i bambini, per evitare che si spacciasse davanti ai loro occhi. Invece fanno inchieste su malavitosi che trafficano stupefacenti, manco fossero poliziotti o carabinieri. Le indagini sui narcotrafficanti, lasciamole fare a chi ha questo compito».

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