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Chico Forti, lo zio Gianni a Libero: "Penso che verrà liberato

Alessandro Dell'Orto
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Il regalo di Natale per Chico Forti è quanto di più emozionante e commovente ci sia. Roba forte, da lacrime di gioia e cuore che batte a ritmo di rock, adrenalina pura. Per lui e per chi lo ama, per chi l'ha conosciuto anche solo per audio, per gli amici più stretti e per i tanti che hanno sempre creduto nella sua innocenza e si sono battuti per cancellare l'atroce ingiustizia in perfetto stile americano: condannare all'ergastolo chi non ha commesso nessun delitto. Già, Chico Forti, 61 anni, che sta scontando l'ergastolo negli Usa dal 15 giugno 2000 per il presunto omicidio (mai dimostrato) di Dale Pike il 15 febbraio 1998 a Miami, tornerà in Italia. Lo ha annunciato il ministro degli esteri, Luigi Di Maio, con un post su Facebook: «Ho una bellissima notizia da darvi: Chico Forti tornerà in Italia.

 

 

L'ho appena comunicato alla famiglia e ho informato il presidente della Repubblica e il presidente del Consiglio. Il governatore della Florida ha infatti accolto l'istanza di Chico di avvalersi dei benefici previsti dalla Convenzione di Strasburgo e di essere trasferito in Italia. Si tratta di un risultato estremamente importante, che premia un lungo e paziente lavoro politico e diplomatico». E ancora. «Sono personalmente grato al governatore De Santis e all'Amministrazione Federale degli Stati Uniti. Un ringraziamento speciale al Segretario di Stato Mike Pompeo, con il quale ho seguito personalmente la vicenda e con il quale ho parlato ancora nel fine settimana, per l'amicizia e la collaborazione che ha offerto per giungere a questo esito così importante. Il governo seguirà ora i prossimi passi per accelerare il più possibile l'arrivo di Chico. Erano vent' anni che aspettava questo momento e siamo felici per lui, per i suoi cari, per la sua famiglia, per tutta la città di Trento». Sì, vent' anni. Un'eternità. Venti giorni di Natale passati dietro le sbarre mentre tutti noi festeggiavamo in famiglia e i nostri figli diventavamo grandi.

 

Lui, invece, in carcere, solo con se stesso e con il suo incubo. Triste, inca**to, deluso mentre in Italia i parenti e gli amici, i gruppi costituiti per lui, parte della stampa e molti vip urlavano la sua innocenza, ma scontrandosi con l'indifferenza della politica, che fino a questo grande risultato non era riuscita a fare niente. Ora Chico Forti può tornare in Italia che non vuol dire ancora aver ottenuto giustizia, ma almeno aver conquistato un primo importante successo. Un minimo risarcimento a un cittadino italiano che vent' anni anni fa si è ritrovato coinvolto in una vicenda assurda, drammatica. Folle. E che da allora è stato in carcere negli Usa, da innocente, con una condanna all'ergastolo. Quella di Chico è una storia pazzesca che ci ha sempre sconvolti (fa paura pensare che ciò che è toccato a lui potrebbe capitare a chiunque di noi), e devastati, feriti.

 

La storia di un italiano che viveva felicemente a Miami, amava la vela (ha partecipato a sei mondiali e due europei di windsurf) e faceva il produttore cinematografico fin quando, nel 1998, senza motivo, è stato incolpato di aver ucciso Dale Pike, figlio di Anthony Pike, dal quale stava acquistando (in realtà poi si è capito che si trattava di una truffa) il Pikes Hotel a Ibiza. L'inizio di un incubo che ha portato un innocente ad essere accusato senza indizi, essere giudicato senza difesa, essere condannato senza prove. Incastrato. «Mi ha chiamato Di Maio e mi sono messo a piangere. Poi a ridere e ancora a piangere - racconta Gianni Forti, zio di Chico - e continuerò così perché è una serie di emozioni indescrivibili. Non so ancora i dettagli del ritorno, ma solo che quando sarà qui si occuperà della questione lo Stato italiano. È finito un incubo e io sento che finalmente Chico potrà tornare libero». La voce trema. «Non me l'aspettavo. Nel senso che l'ultima volta Di Maio mi ha detto: "Tranquillo, si risolverà tutto". Ma sa quante volte me lo sono sentito direi dai politici in questi anni? Invece no, è tutto vero: Di Maio e Riccardo Fraccaro hanno messo la faccia e mantenuto le promesse. Chico non lo sento da una settimana, ma so che è stato avvisato. Non vedo l'ora di abbracciarlo. E questa volta è tutto vero».

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