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Christmas Blue: con la pandemia aumenta il rischio della depressione natalizia

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La Christmas Blue, la cosiddetta depressione natalizia colpisce durante le festività milioni di italiani. Quest’anno, a causa della pandemia e delle conseguenti restrizioni potrebbe verificarsi un aumento dei disturbi d’ansia, delle angosce e delle forme depressive negli italiani. A sottolinearlo è il Prof. Giorgio Nardone, psicologo, psicoterapeuta di fama mondiale, fondatore insieme a Paul Watzlawick del Centro di Terapia Strategica e formatore Consulcesi con una collana di corsi dedicata alla formazione professionale dei medici per fronteggiare i problemi dei pazienti di natura psicologica legata al Covid-19.

Le limitazioni necessarie al contenimento del virus, che costringerà molti a stare lontani dai propri cari, rischiano di aumentare il disagio psicologico, specialmente nelle persone più fragili e più sole, già fortemente stressate dall’angoscia per il futuro, sia per la propria salute che per la condizione economica, spiega Nardone. A questo va aggiunto che molte famiglie devono far fronte a lutti familiari causati direttamente o indirettamente dal Covid, virus che in un anno ha spazzato via quasi una generazione, quella dei nonni, simbolo del Natale.

“Adattarsi al cambiamento non è facile né immediato, considerando anche che nell’immaginario di tutti il Natale è tradizione, ripetizione familiare di riti e liturgie centenarie, uno “schema” impresso nella nostra memoria che resiste alle novità” - sostiene Nardone che ha già constatato un incremento di richieste d’aiuto in tutte le sedi mondiali del suo Centro di Terapia di Arezzo di persone che manifestano non il piacere di vivere questa festa ma la condanna di non poterla realizzare nella maniera desiderata, un senso di frustrazione, solitudine e angoscia con esiti depressivi.
Dopo oltre 30 anni di esperienza e ricerca clinica, Nardone suggerisce uno schema preciso per superare questo momento che per molti, quest’anno più che mai, è difficile. “La prima cosa è quella di dare quotidianamente uno spazio all’angoscia e alle sensazioni depressive: al mattino, isolandosi, calarsi in tutti i pensieri più catastrofici rispetto alla giornata davanti a noi e mettere per iscritto tutto ciò che ci passa per la mente, entrando più possibile in dettaglio”, suggerisce Nardone. Può sembrare paradossale, ma tuffarsi nelle sensazioni negative, secondo l’esperto, è il modo più facile per uscirne. “Questa attività permette di concentrare in uno spazio e un tempo le sofferenze, limitandone così il vissuto”, spiega l'esperto. “Inoltre, essendo una prescrizione paradossale che fa fare quello che volontariamente vorremmo evitare tende a ridurre l’impatto dell’angoscia e dei meccanismi depressivi”, aggiunge.

Una volta eseguito il primo compito si può passare al secondo. “immaginare quello che ci piacerebbe fare nella giornata davanti a noi come se tutto fosse già come vorremmo che fosse, farsi il film mentale delle cose che metteremmo in atto”, suggerisce Nardone. “Dopodiché agire cominciando a realizzare le più piccole di queste. Questa indicazione - continua - ha il potere di attivare prima l’immaginazione e poi l’azione nella direzione costruttiva e permette di non essere risucchiati dai pensieri depressivi e dagli atteggiamenti rinunciatari”.
 

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