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Il Piemonte ricostruisce l'asilo distrutto da Al Qaida

Alberto Busacca
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Della Siria, in tv e sui giornali, non si parla quasi più. Tra Covid e crisi economica, tutta l’attenzione ormai è rivolta altrove. Eppure da quelle parti la situazione resta complicata. Anche se ogni tanto arrivano pure delle buone notizie. L’asilo San Giorgio di Maaloula, ad esempio, distrutto dai terroristi di Al Qaida, verrà ricostruito grazie al contributo della Regione Piemonte e tornerà ad ospitare bambini e bambine di tutte le confessioni religiose. Il progetto, sostenuto dall’assessorato alla Cooperazione internazionale della Regione, sarà realizzato dalla Fondazione Hope in partnership locale con il Patriarcato della Chiesa Greco-Melchita Cattolica di Antiochia. “Con questa azione umanitaria, unica finora nel panorama della cooperazione decentrata delle Regioni, riscopriamo il senso più vero del Natale”, spiega l’assessore alla Cooperazione internazionale del Piemonte Maurizio Marrone. “Il Piemonte sarà protagonista della ricostruzione di quella culla della cristianità così profondamente ferita dall’odio islamista, partendo dall’assistenza ai bambini che rappresentano la migliore garanzia per il futuro di questa Siria, tornata sovrana all’insegna della libertà di culto e del pluralismo confessionale”.


“Maaloula è un luogo simbolico per cristiani e musulmani, che nel corso dei millenni ha rappresentato un modello riuscito di convivenza”, aggiunge Samaan Daoud, Desk Officer Medio Oriente di Hope. E ancora: “L’attacco terroristico di Al Nousra ha rappresentato quindi non solo un attacco nei confronti della popolazione cristiana, ma soprattutto a quello stesso modello faticosamente costruito e che oggi deve poter rinascere”. “Ripartire con la ricostruzione dell’asilo è per noi un primo passo importante per edificare nuovamente il modello di convivenza che è stata la caratteristica di Maalolula”, interviene Marcello De Angelis, Vice Presidente di Hope.  “Questo”, conclude, “sarà il primo mattone per ricostruire l’edificio della convivenza culturale e religiosa. Un segnale concreto, che contribuirà in maniera concreta. L’asilo è il luogo dove rinasce e cresce la convivenza. Nel momento in cui i bambini vivono lo stesso luogo, la stessa comunità torna a riannodare i suoi legami e ricucire le sue ferite”.
 

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