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Test rapidi in azienda, il modello Consulcesi ai tempi del Covid

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«In questo momento le aziende hanno una responsabilità enorme verso la società: oltre a rimanere operativi per non fermare l’economia, devono garantire ai loro dipendenti di lavorare nelle migliori condizioni possibili e soprattutto in sicurezza». È il messaggio lanciato da Simona Gori, direttore generale di Consulcesi, realtà leader nella tutela e nella formazione del personale sanitario, che ha investito molto in sicurezza e welfare aziendale subito dopo l’inizio della pandemia.

Dall’inizio della pandemia da Covid-19, Consulcesi si è subito organizzata per mettere in sicurezza gli uffici, adottando prontamente tutte le raccomandazioni del ministero della Salute e prevedendo anche strumenti aggiuntivi per la prevenzione di eventuali contagi. Sono stati acquistati sanificatori per ambienti generatori di ozono altamente tecnologici e certificati. Oltre quindi a sanificare periodicamente gli spazi e dotare ogni punto di entrata degli uffici di dispenser igienizzanti, sono stati messi a disposizione oltre 5mila kit sierologici e 8mila tamponi. Test rapidi, quindi, per lo screening dei dipendenti. In caso di positività, Consulcesi si è organizzata per avviare tutta la procedura di contenimento dei contagi. «Abbiamo voluto approfittare quanto più possibile di tutti gli strumenti che la scienza ci ha messo a disposizione per evitare di alimentare la diffusione del virus», sottolinea Gori. Inoltre, sono state acquistate e distribuite nelle varie sedi più di 3.500 scatole di guanti e circa 21mila mascherine. E ancora: sono stati messi a disposizione dei dipendenti più di 600 igienizzanti e ogni postazione di lavoro è stata pre-assegnata in modo da garantire il mantenimento delle distanze. Non solo ai dipendenti sono stati dati anche tutti gli strumenti per riuscirci in maniera agevole, è stata offerta a loro l’opportunità di lavorare in smart working. «Ogni nostro dipendente, a prescindere dalla sede di lavoro, è stato dotato di un laptop da usare a casa, riferisce Gori. La nostra idea è stata subito quella di aiutare i nostri collaboratori ad adattarsi allo smart working, evitando loro di dover usare risorse proprie a casa o di fare dispendiose corse all’acquisto, aggiunge.

Dopo il periodo di smart working forzato, abbiamo lanciato un sondaggio interno per capire il grado di gradimento della nuova modalità lavorativa e dopo i risultati, abbiamo deciso di prolungare il lavoro da casa fino a fine anno 2021, consentendo al contempo un graduale rientro, con incontri periodici in sede a rotazione e pianificati su base settimanale. Non da ultimo, Consulcesi ha organizzato un piano di coaching aziendale con lo psicoterapeuta Giorgio Nardone rivolto ai manager di tutte le aree di lavoro, per consentire di gestire al meglio il cambiamento con il proprio team. «Siamo convinti che le aziende abbiano un ruolo centrale nella gestione della pandemia, una responsabilità a cui non ci si può sottrarre. Ormai non possiamo più immaginare il mondo come era prima della pandemia, ci troviamo di fronte ad un cambio di paradigma e le aziende devono adeguarsi basandosi su nuovi pilastri in cui la sicurezza e la produttività devono andare di pari passo.» conclude Gori.
 

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