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Coronavirus, allarme-valanghe: "Boom di interventi, troppe persone inesperte in montagna"

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Le valanghe? Il più insospettabile degli effetti collaterali del coronavirus. Effetto collaterale indiretto. Il punto è che nei giorni scorsi, al Nord, è scesa moltissima neva. E ancora, il punto è che da poche ore la Lombardia è zona gialla. Infine, mettiamoci che gli impianti sciistici sono chiusi. Eppure, molti non vogliono rassegnarsi all'idea di non sciare e di non assaporare le montagne. Circostanza che preoccupa moltissimo il Soccorso alpino, che come spiega Il Giorno si è speso in un appello a "prestare massima attenzione". Già si vedono infatti molte persone in coda lungo gli itinerari già nelle prealpi. E molti si sono già cacciati nei guai, ancor prima che ci fosse neve. Ora, il rischio è quello delle valanga:

 

"Occorre prestare molta attenzione - spiega Alessandro Spada, capostazione del soccorso alpino Valsassina e Valvarrone -. La situazione sopra i 1.500 metri non è tranquilla anche se per oggi il rischio valanghe nella zona delle Prealpi è 2, moderato. Si possono verificare distacchi da qualsiasi versante". E si possono verificare anche per il fatto che sono previste molte più presenze, quelle delle persone che si "sfogano" così per la chiusura degli impianti. E ancora, Spada rivela: "Quest'anno, nonostante siamo rimasti fermi più o meno cinque mesi, abbiamo quasi eguagliato il bilancio di interventi degli anni scorsi. Perché? Per colpa dell'impreparazione di tanti che dopo il primo lockdown avevano deciso di decdicarsi alla montagna. Quasi la metà degli interventi è stato per recuperare persone illese. Può essere positivo, ma è un dato che dimostra la scarsa conoscenza di certi ambienti. Ora si è aggiunta la neve". L'allarme è arrivato. Forte e chiaro.

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