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Domenico Arcuri in imbarazzo, l'inchiesta sulle mascherine dalla Cina. Tra gli indagati anche la Papessa
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Tra marzo e aprile, quando ci trovavamo a fronteggiare la prima ondata di coronavirus, qualcuno si è approfittato del grande bisogno di mascherine in Italia. Quei dispositivi di protezione erano così preziosi e necessari in quel periodo che il commissario straordinario Domenico Arcuri stanziò un miliardo e 250 milioni di euro per averne 801 milioni da tre fornitori cinesi. Solo che - secondo la procura di Roma - qualcuno ha cercato di cavalcare l’emergenza per trasformarla nell’occasione della vita. In particolare, come riporta Repubblica, i finanzieri del nucleo speciale di polizia valutaria indagano su 72 milioni di euro di provvigioni sospette e per questo sono state anche perquisite la sede del commissario straordinario, quella della Protezione civile e le sedi di alcune società. L'ipotesi dei magistrati è traffico illecito di influenze e ricettazione e sono già quattro gli indagati. Tra loro Francesca Romana Chaouqui, già nota alle cronache giudiziarie perché coinvolta nello scandalo Vatileaks. I pm l’accusano di ricettazione per aver intascato circa 230 mila euro da un altro indagato, Mario Benotti, giornalista Rai in aspettativa. Lei, però, si è detta estranea alla vicenda e ha spiegato di avere con Benotti solo rapporti professionali.
Gli altri indagati sono l’ingegnere aerospaziale Andrea Vincenzo Tommasi e Antonella Appulo, ex segretaria di Graziano Delrio e vicina a Benotti. Le società finite nel mirino, invece, sono solo tre per ora. La Guardia di Finanza, inoltre, ha acquisito la documentazione su 9 forniture tra il 25 marzo e giugno, il che farebbe pensare che ci siano altre commesse che hanno qualcosa di anomalo. Come spiega Repubblica, l'inchiesta è partita dopo una segnalazione dell’Antiriciclaggio di Bankitalia sulle provvigioni da 72 milioni di euro incassate dalla Sunsky Srl di Tommasi e dal suo intermediario Benotti. La fetta del giornalista ammonterebbe a 12 milioni. Benotti, in particolare, è un uomo ben inserito nei palazzi: ha collaborato con i ministri Graziano Delrio e Giuliano Poletti e con il sottosegretario Sandro Gozi. E, stando alle accuse del procuratore aggiunto Paolo Ielo e del sostituto Gennaro Varone, aveva anche rapporti con Arcuri. Rapporti che ha sfruttato spendendo il nome del commissario per cercare di far aggiudicare l’appalto a Tommasi. Per la Procura, comunque, sia Arcuri sia la Protezione civile sono estranei alle accuse.
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