Coronavirus, Lorenzo Richiardi: "Il record di morti di ieri? Non si spiega tutto con l'età"
I 993 morti per Covid di ieri, giovedì 3 novembre, sono stati una mazzata fortissima per l’Italia, che ha sì intrapreso una fase calante della seconda ondata, ma deve ancora fare i conti con una mortalità altissima, superiore a quella di tutti gli altri principali paesi europei e mondiali che stanno lottando contro il virus. Lorenzo Richiardi, professore ordinario di epidemiologia e statistica medica all’Università di Torino, ha provato a spiegare questo fenomeno drammatico in un’intervista rilasciata a La Stampa, evidenziando subito che si tratta di un mistero difficile da risolvere: “Purtroppo i morti sono gli ultimi a scendere dopo contagiati e ricoverati. È molto complesso fare questo tipo di valutazioni, ma esiste un ritardo tra il picco di incidenza dei casi rilevati e i deceduti. Si può immaginare che ci sia una distanza di due o tre settimane, per cui i 993 morti di ieri si sarebbero ammalati a inizio novembre”.
Non c’è una spiegazione univoca su un numero di vittime giornaliere così elevato, però di sicuro “l’età resta il fattore principale di mortalità”. Per il resto secondo Richiardi sta andando tutto come dovrebbe: “Discesa lenta? No, la velocità è quella attesa, anzi è più veloce della prima fase. Ora bisogna completare la discesa, cercando di evitare la terza ondata a febbraio”. Inoltre il professore di epidemiologia si è espresso a favore della linea dura adottata dal governo presieduto da Giuseppe Conte per le festività di Natale e Capodanno: “Non è un periodo spensierato. Bisogna allontanare la terza ondata rendendo più efficienti test, tracciamenti e misure di prevenzione. La terza ondata per ora è solo una preoccupazione, poi ragionerei un’ondata alla volta anche se l’andamento della pandemia è su e giù, come uno yo-yo. Il motivo per cui si calma - ha concluso Richiardi - sono le misure di contrasto, in attesa del vaccino”.