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Reddito di cittadinanza, a Bologna due tunisini giravano l'assegno a un noto jihadista

Brunella Bolloli
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Solo i grillini ormai difendono il reddito di cittadinanza, la loro «svolta epocale», come l'hanno definita quando hanno approvato la legge. Per gli altri, da destra a sinistra, il provvedimento partorito dal Movimento del vaffa è un fallimento. Una misura acchiappavoti che, nella maggior parte dei casi, serve a dare soldi a nullafacenti e criminali. Non bastavano i ladri, gli assassini, i mafiosi o gli ex brigatisti che campano sulle spalle dello Stato: i massacratori del povero Willy finito a calci e pugni senza motivo, e gli spaccaossa di Palermo, i trafficanti di droga e le decine di 'ndranghetisti con le banconote nascoste in giardino. Adesso salta fuori pure il reddito ai terroristi islamici. Lo ha scoperto la Guardia di Finanza di Bologna che ha pizzicato due tunisini, da anni residenti a Ferrara, beneficiari del sussidio statale. I due, 50 anni il primo, 33 il secondo, finora si erano intascati 12mila euro ma non perché erano poveri e indigenti e avevano bisogno di quei quattrini per sopravvivere come avevano scritto nella domanda all'Inps. Gli africani infatti giravano tramite un money transfer locale a un foreign fighter l'ammontare del reddito che ogni mese ricevevano dallo Stato italiano (circa mille euro). In pratica sovvenzionavano con risorse pubbliche italiane un pericoloso terrorista dell'Isis.

Problema sicurezza

Per proprietà transitiva si può dire che il nostro Paese foraggia i tagliagola responsabili di violenze, attentati e orrore e infatti Matteo Salvini ha lanciato l'allarme: «Questo governo mette in pericolo l'Italia e anzi tutta l'Europa». Il leader leghista si riferisce anche al killer di Nizza, tunisino giunto in Francia dopo essere sbarcato a Lampedusa, e al fatto che «la Camera sta lavorando per smantellare i decreti sicurezza». « Evasori, delinquenti e terroristi islamici ringraziano Conte, Di Maio e Zingaretti», gli fa eco Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia e il suo collega di partito, il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, tuona: «Ora il premier Conte deve dire se vuole abolire il reddito di cittadinanza o se intende darlo anche ai nuovi clandestini che arriveranno». In una nota i senatori azzurri, Roberta Toffanin e Emilio Floris, spiegano che da sempre Forza Italia ha sostenuto che «questo disgraziato provvedimento assistenzialista e pauperista, fatto in questo modo, avrebbe solo creato danni». Nel Pd si fa sentire Debora Serracchiani, presidente della commissione Lavoro della Camera: «È bene che si apra una discussione come più volte abbiamo sollecitato», dice, mentre Beppe Grillo, in merito alla lotteria degli scontrini, ne approfitta per lanciare «la lotteria del reddito base» che assegnerà la cifra di 9.600 euro all'anno, 800 euro al mese, più o meno la soglia di povertà media nell'Ue. I due tunisini sono stati denunciati dalle Fiamme Gialle perché ritenuti indebitamente destinatari del sussidio di cittadinanza: hanno dichiarato false posizioni reddituali e lavorative, hanno detto di avere figli a carico, residenti con loro a Ferrara, mentre invece la prole è rimasta in Tunisia. Avrebbero, inoltre, fatto piccoli lavori in nero mentre chi chiede l'assegno statale per legge non deve percepire altre entrate. Come se non bastasse, occupavano una casa popolare della città emiliana senza averne più diritto: il 33enne era in subaffitto dal 50enne al quale pagava un canone mensile "regolare". Il 50enne infatti si era visto assegnare l'alloggio nel 2011, ma poi tra il 2015-2016 era andato in Francia dove, come rivelato da buste-paga recuperate dai finanzieri, avrebbe lavorato in alcuni cantieri edili. Ecco perché il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, ha sollecitato una verifica degli alloggi Acer, (l'Azienda che gestisce le case pubbliche) affinché non vi siano altri abusivi. «Irriconoscenti verso lo Stato e i cittadini italiani che li hanno accolti e sostenuti è dire poco», ha commentato Fabbri. «Non abbassiamo la guardia».

Indagine complessa

Alla coppia di contributori dell'Isis la Finanza è arrivata su ordine della procura distrettuale, dopo una segnalazione partita da Bruxelles, contando anche sugli strumenti di cooperazione internazionale garantiti da Europol tramite il Terrorism finance traking program. Sono stati analizzati flussi di denaro e operazioni bancarie che hanno portato ai due, entrambi senza precedenti. Il 50enne, dagli anni Novanta pendolare tra Italia e Francia, avrebbe ospitato il complice e insieme avrebbero poi spedito i quattrini al 30enne foreign fighter localizzato in Tunisia, iscritto nelle liste anti-terrorismo del Belgio. L'indagine, coordinata dal pm Antonello Gustapane, non è conclusa. Fondamentale, infatti, sarà l'analisi dei profili social dei denunciati, per chiarire che tipo di legame avessero con il fondamentalismo islamico, oltre al controllo degli smartphone, degli altri dispositivi e dei materiali che i militari del Gico del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria hanno rinvenuto durante una perquisizione domiciliare. Resta il fatto che sul reddito di cittadinanza erogato senza controllo a balordi e presunti terroristi, occorre fare una riflessione, tanto più che la misura cavallo di battaglia del M5S, al di là degli annunci, non ha portato lavoro a nessuno.

 

 

 

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