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Bonus spesa Covid, ma è ricca. Governo in imbarazzo: disoccupata di Casoria con un tesoro sul conto corrente

Benedetta Vitetta
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Viva l'Italia, in particolare quegli italiani che, persino in tempi di pandemia, proprio non ce la fanno a non truffare lo Stato e gli altri cittadini, ma che soprattutto offendono tutti coloro che oggi, a causa del Coronavirus, si trovano in grave difficoltà economica. Viva l'Italia, specie chi è riuscito a percepire, indebitamente, il "bonus spesa Covid-19" stanziato dal governo per chi è in tale stato d'indigenza da non potersi permettere non solo la spesa, ma i beni di prima necessità. Ma ieri mattina un po' di giustizia è stata fatta grazie al Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli che ha scoperto che oltre 700 persone hanno ottenuto questo beneficio senza diritto. Dalle indagini è emerso che alcuni avevano ricevuto il voucher pur avendo uno stipendio, una pensione o percependo già il Reddito di Cittadinanza, la Cig o altre prestazioni sociali. Altri, invece, hanno abbassato l'Isee pur di rientrate tra i percettori e c'è chi è persino arrivato ad alterare lo Stato di famiglia indicando soggetti fittizi o non residenti per incrementare la somma da percepire.

 

 

 

Il caso più eclatante riguarda una donna di Casoria, ufficialmente disoccupata, che ha presentato un Isee sotto i 5mila euro, ma che in realtà è titolare di conti correnti e libretti di risparmio su cui ci sono 325mila euro di deposito, oltre a un patrimonio di 36mila euro. Viene da chiedersi come sia possibile che nel 2020, con le tecnologie che abbiamo e i controlli incrociati che si possono e devono fare (ma che evidentemente non si fanno visto che giorni fa in Sicilia s' è scoperto che 8 mafiosi, tra cui i parenti del killer di Livatino, percepivano il Reddito di Cittadinanza) gli enti locali non siano in grado di bloccare sul nascere queste ignobili truffe. Ci riferiamo nello specifico alle amministrazioni locali cui spetta il compito stabilire a chi e con quali criteri concedere il "bonus". Cosa non funziona all'interno dei Comuni? Ci sono falle nei database o ci si muove con troppo ottimismo fidandosi ciecamente delle dichiarazioni dei cittadini senza pensare che qualcuno possa approffittare della pioggia di soldi pubblici che stanno arrivando? Così il più delle volte i truffatori la fanno franca beccandosi soldi non dovuti e offendendo la dignità dei poveri. Quelli veri.

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