Franco Bechis, i sospetti sul vaccino Pfizer: "Perché può essere una bufala". La vendita di azioni e il buco nello studio clinico

venerdì 13 novembre 2020
Franco Bechis, i sospetti sul vaccino Pfizer: "Perché può essere una bufala". La vendita di azioni e il buco nello studio clinico
2' di lettura

Sul vaccino anti-Covid ci stanno prendendo in giro? Il sospetto è di Franco Bechis, che parte dalle considerazioni di Andrea Crisanti, virologo italiano in prima fila nella lotta all'epidemia, e aggiunge una annotazione finanziario-strategica non di secondo piano.

Partiamo da quest'ultimo punto. Dopo aver annunciato al mondo il loro vaccino, l'ad della Pfizer Albert Bourla e la sua vice hanno venduto i rispettivi pacchetti azionari dell'azienda farmaceutica, il cui titolo in Borsa è ovviamente schizzato alle stelle prevedendo clamorosi guadagni futuri legati alla commercializzazione del vaccino. I due dirigenti hanno incassato svariati milioni di euro. Perché non hanno aspettato qualche altro mese, quando i risultati saranno definitivi? La domanda del direttore del Tempo è la stessa che si è fatto Crisanti, ospite di Corrado Formigli a Piazzapulita:  "Non è una buona notizia affatto - ha commentato in diretta lo scienziato -. Se io avessi avuto quelle azioni non le avrei certo vendute il primo giorno, ma avrei aspettato tutto lo sviluppo anche commerciale del vaccino". E qui si arriva al secondo punto. 
 

Coronavirus, ecco chi guadagna con il vaccino: il dossier su siero e Big Pharma

Chi ci guadagna con il vaccino anticovid? Una risposta ha provato a darla Il Fatto Quotidiano, che nell’edizione o...

Sotto l'aspetto scientifico, il vaccino di Pfizer ha ancora molti lati oscuri. Leggendo lo studio dell'azienda, sottolinea ancora Crisanti, sorgono dubbi sull'efficacia del vaccino sui soggetti di età superiore ai 50 anni, la fascia in teoria che dovrebbe essere destinataria principale della cura, dato che i test sono stati effettuati solo su soggetti tra i 18 e i 50 anni. "Non solo - aggiunge Bechis -: non è noto - perché non è stato testato - se chi ha fatto il vaccino resta comunque portatore sano in grado di infettare gli altri". Senza contare la difficoltà di distribuzione di un vaccino da conservare a -80 gradi, in frigoriferi disponibili solo in pochissimi centri specializzati. Ostacolo non di poco conto per una distribuzione che dovrebbe essere capillare. Ma se la cura anti-Covid sarà nelle mani del supercommissario Domenico Arcuri, conclude Bechis con una punta di perfido e amaro sarcasmo, "non corriamo nessun rischio in caso di vaccino fallace: tanto non arriverà a destinazione, e danni non ne potrà fare".