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Pierpaolo Sileri smentisce: "Lockdown nazionale molto improbabile". Poi il bollettino e il Corsera rilancia la serrata

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Un nuovo lockdown nazionale in Italia è "molto improbabile". Questo il parere del viceministro della Salute Pierpaolo Sileri che ha escluso una chiusura totale nonostante l'aumento dei contagi da coronavirus. Sileri spiega che questo avverrà, "salvo che i dati dei prossimi giorni non mostrino in tutte le regioni una rincorsa al virus non fattibile". Secondo il viceministro è invece "probabile" che in alcune regioni ci sia "un innalzamento del livello di guardia". Parole pronunciate poco prima dell'ultimo bollettino, quello di oggi, mercoledì 11 novembre. Bollettino in cui le vittime sono tornate sopra quota 600 e in cui i ricoveri non accennano a frenare. Insomma, il bollettino sembra dare nuova luce alle parole di Sileri, il quale aveva escluso la serrata nazionale definendola "molto improbabile". Dunque non impossibile.

 

 

La data cruciale resta però il 15 novembre. Per domenica il governo prevede che i tre quarti almeno delle regioni siano in fascia arancione o rossa. La novità, su cui insiste da due giorni Corriere della Sera e a cui sembra rivolta la smentita di Sileri, è il pressing che i ministri Roberto Speranza e Francesco Boccia stanno esercitando sui presidenti delle Regioni e sui sindaci, "perché facciano scattare misure più severe: dal lockdown totale nei Comuni dove si sono creati focolai, alla chiusura di strade e piazze in cui troppi cittadini si affollano per il passeggio e lo shopping". 

Infatti, secondo il Corsera, il governo sta valutando anche la chiusura di alcune tipologie di negozi che ora, nelle zone rosse, possono rimanere aperti, e lo stop ai negozi nel fine settimana, ad eccezione ovviamente di alimentari, farmacie, parafarmacie, edicole e tabaccai. Queste nuove restrizioni andrebbero a colpire quelle Regioni che supereranno i parametri di rischio nelle zone arancione e rossa. Inoltre il governo chiede anche ai governatori di regioni gialle di fare ordinanze con misure più restrittive: dal lockdown totale nei Comuni dove si sono creati focolai, alla chiusura di alcune strade e piazze. 

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